Il Tirreno

FIRENZE. Non si ferma il lavoro degli inquirenti che da quasi due mesi sono impegnati sul caso della piccola Kataleya Alvarez, la bimba di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso dall’ex hotel Astor di via Maragliano. Gli specialisti dei carabinieri non hanno ancora finito di esaminare le immagini delle telecamere della zona. Un lavoro certosino e metodico, che avrebbe dato i suoi frutti. Dai video ripresi dagli occhi elettronici infatti sarebbero emersi dei dettagli che gli investigatori starebbero approfondendo proprio in questi frangenti.

Una pista insomma, che gli investigatori starebbero percorrendo fotogramma dopo fotogramma, nella speranza di trovare un lampo di luce nell’oscurità che sembra aver risucchiato la bimba, come svanita nel nulla dallo stabile occupato dove viveva con la madre e col fratellino di otto anni.

L’ipotesi da cui muovono l’aggiunto Luca Tescaroli, la pm della Dda Christine Von Borries e il pm Giuseppe Ledda resta quella del sequestro di persona a scopo di estorsione. Kata insomma è stata rapita, portata via dall’Astor. E chi l’ha presa ha pianificato tutto in modo da non essere visto. I sospetti sono puntati sul cortile del palazzo accanto all’Astor, che affaccia su via Boccherini attraverso un cancello non coperto da telecamere. Potrebbe essere stata questa la vita di fuga usata dai rapitori. Questa l’unica via d’uscita che spiegherebbe come sia stato possibile che la piccola Kataleya Alvarez sia apparentemente scomparsa nel nulla. A piedi, o più probabilmente a bordo di un furgone o di un’auto, Kata sarebbe uscita proprio da quel cancello.

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