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In tribunale

«Si è finta avvocato»: finisce nei guai la figlia dell’ex senatore Denis Verdini

«Si è finta avvocato»: finisce nei guai la figlia dell’ex senatore Denis Verdini

Firenze, sul caso la procura ha aperto un fascicolo e avviato accertamenti

23 marzo 2023
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FIRENZE. Si sarebbe finta avvocato, arrivando anche a falsificare una sentenza del tribunale del lavoro del capoluogo toscano per convincere la sua cliente, una badante ignara di essersi affidata a una falsa professionista, che la sua pratica stava andando avanti e che aveva vinto la causa. La protagonista della vicenda è stata smascherata da un servizio della trasmissione Le Iene di Italia 1, in cui viene definita “figlia di un noto politico fiorentino”. Una volta scoperto di essere stata presa in giro la badante, assistita dall’avvocato Mattia Alfano, ha querelato la donna che si era spacciata per avvocato. Stando quanto denunciato, la donna accusata di essersi spacciata per avvocato sarebbe Diletta Chiara Verdini, figlia dell’ex senatore Denis Verdini. Sul caso indaga la procura di Firenze, che ha aperto un fascicolo e disposto accertamenti giudiziari .

La badante si era rivolta alla presunta avvocata per portare avanti una causa contro una famiglia presso cui aveva lavorato, che non voleva pagarle quanto le spettava. Quando ha chiesto informazioni sull’andamento del procedimento, la falsa avvocata le avrebbe consegnato una sentenza, su carta intestata del tribunale di Firenze, che però sarebbe risultata un falso. «Il documento è carta straccia – ha spiegato l’avvocato Alfano ai microfoni de Le Iene –, il giudice lo ha disconosciuto subito». Questo spiegherebbe perché, nonostante il presunto verdetto del tribunale fosse favorevole alla badante, lei non aveva mai ricevuto il risarcimento indicato. Quando il legale si è recato alla cancelleria del tribunale per chiedere lumi sulla sentenza, è emerso che si trattava di un falso. La prima denuncia è scattata d’ufficio, da parte degli stessi addetti degli uffici del Palazzo di Giustizia. Poi c’è stata la seconda, presentata a stretto giro dalla vittima.

La finta avvocata avrebbe inviato alla badante anche false mail, intestate al “dipartimento finanze del ministero della giustizia”, ente che a suo dire che avrebbe dovuto provvedere al pagamento di quanto spettava alla donna. In base alla missiva, il bonifico del pagamento, in realtà inesistente, sarebbe partito il 10 febbraio scorso.

Di fronte alle richieste sempre più pressanti da parte della badante, la falsa avvocata avrebbe risposto con una serie di messaggi, aventi tutti il solo scopo di guadagnare più tempo possibile. «Ho un cliente e ne ho per un po’», o ancora «appena arrivo in ufficio sei la prima a cui penserò», «pratica istruita, io sono a Roma torno lunedì e ti chiamo». Ma non c’era nessuna pratica, tutto falso. «Vedrai che c’è udienza la prossima settimana, sto solo aspettando il calendario del giudice». I soldi «arriveranno la prossima settimana vedrai». Tutta questa messinscena, secondo l’accusa, per intascare una commissione di poche centinaia di euro.

Le telecamere de Le Iene si sono presentate nell’ufficio di Campi Bisenzio dove lavora la falsa professionista, che gestisce un agenzia di noleggio auto.

La donna ha traccheggiato, prima ha negato tutto, poi ha ammesso di aver fabbricato lei la falsa sentenza e di aver inviato la falsa mail del ministero. È arrivata anche a proporre di pagare una cifra consistente, pari a 20.000 euro, pur di far sì che il video non fosse mandato in onda.

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