La pomarola non salverà il pianeta
Ecco perché, secondo logica, agli attivisti non servono gli attacchi all’arte
Dai temi più seri, come l’uso dei combustibili fossili a quelli più futili, le opere d’arte sono sempre più prese d’assalto da attivisti e influencer. L’enorme quantità di salse, torte e purè lanciata sui vetri protettivi dei capolavori intoccabili della storia ha sicuramente riscosso un’ampia risonanza mediatica. E spesso negativa. Non tutti infatti considerano l'arte uno sfondo per amplificare temi e questioni che con quest’ultima sembrano aver poco a che fare. L’attacco all’arte può essere considerato una condizione sufficiente o necessaria per esprimere un messaggio ambientalista? Partiamo dal fatto che l’arte nel suo complesso ha da sempre veicolato messaggi, al di là del suo valore formale e stilistico, ma i messaggi erano molto spesso intenzioni dell’autore.
Dall’altro lato, la logica che guida le azioni degli attivisti sembra semplice: la natura vale più della cultura. Per usare formalismi a cui ormai siamo abituati, possiamo dire che la natura rappresenta una condizione necessaria e sufficiente alla vita umana: senza natura non c’è vita. L’arte invece rappresenta una condizione necessaria alla vita, ma non sufficiente: è necessaria per la società moderna ed evoluta in cui viviamo, ma da sola non basta a preservare la vita.
La natura ha inoltre bisogno di tutta la nostra attenzione, proprio a causa degli eccessi accumulati negli anni della nostra società. E che dire se in questa cultura si vedono paesaggi che adesso quasi non esistono più, come i campi di girasole di Van Gogh o la Primavera di Botticelli. Entrambi i pittori sono stati soggetti a un simile destino: il 29 giugno il gruppo inglese Just Stop Oil si è incollato alla cornice dei Peschi in fiore di Van Gogh alla Courtauld Gallery di Londra, mentre un mese dopo, agli Uffizi, tre giovani del collettivo Ultima Generazione hanno scelto la Primavera di Botticelli per denunciare l’abuso di gas e carbone. L’obiettivo delle performance è spesso raggiunto: lanciare un messaggio a più persone possibili, sfruttando la celebrità delle opere d’arte. Lasciamo alla morale la questione se si tratti di performance ragionata o mero vandalismo.
Questo tipo di protesta può essere considerata quindi una condizione sufficiente, ma è davvero necessario violare la sacralità dell’arte per esprimere una protesta non violenta? Ma soprattutto: quando una condizione può dirsi necessaria? Semplicemente, quando il suo verificarsi determina il verificarsi del risultato conseguente. In logica infatti, la condizione necessaria è quella che deve essere soddisfatta affinché la premessa sia vera. Di conseguenza, se non si verifica la condizione necessaria, non si verifica nemmeno la conseguenza che ne deriva. Nel nostro caso, la conseguenza necessaria, ovvero il fatto che la sacralità dell’arte possa essere violata, non deve necessariamente essere soddisfatta per far si che il messaggio ambientalista sia espresso e condiviso universalmente. L’arte, infatti, non è l’unico strumento senza il quale le azioni degli attivisti non costituirebbero un evento mediatico mondiale.