Firenze, l’appello dei medici alle istituzioni. «Così pronto soccorso ingestibili»
L’emergenza sanità al centro di un consiglio straordinario dei professionisti. Dattolo: «Tavoli permanenti tra politica e cittadini per avere risposte»
FIRENZE. Tavoli permanenti intorno ai quali possano sedersi la politica e i cittadini per avere risposte immediate. Anche perché ormai lo sappiamo: i problemi che attanagliano gli ospedali, e in particolare i pronto soccorso dell’Asl Toscana centro (e non solo), sono cronici. Mancano le barelle, il personale - sempre più stanco - scarseggia. E, ora, servono soluzioni per evitare l’emorragia di medici che, uno dopo l’altro, scelgono di andarsene. O peggio: il rischio è che neppure entrino in servizio. E, secondo fonti sindacali, è quello che potrebbe succedere con i tre internisti che a breve dovrebbero prendere servizio al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato dove, la scorsa settimana, si è registrata la situazione più «drammatica», come è stata definita nel corso del consiglio straordinario dell’Ordine dei medici di Firenze allargato a professionisti della sanità e rappresentanti delle istituzioni.
L’obiettivo è chiaro: provare a dare risposte alla crisi del sistema. «Il problema dei pronto soccorso ha tre livelli - commenta Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze - : il problema culturale perché serve una formazione adeguata universitaria e, al momento, le scuole di specializzazione oscillano fra una formazione internistica e di terapia intensiva. C’è poi il problema politico: necessaria una giusta remunerazione e un inquadramento diverso di chi lavora nella emergenza, con organici adeguati e posti letto ospedalieri sufficienti e, infine, il problema organizzativo: il pronto soccorso deve servire solo per le urgenze reali e non può essere altro. Ciò comporta anche una adeguata educazione dei cittadini». «Affrontiamo questo straordinario e difficile periodo - aggiunge Dattolo - con un personale sempre più a disagio dopo gli sforzi eroici della pandemia e sempre meno coinvolto, in contrasto con la tradizione di questa regione. La Toscana rischia di trovarsi di fronte a un periodo di scarsità di risorse (difficoltà nel recepimento del Pnrr, inflazione, costi energetici) con un personale professionale demotivato e carente sul piano degli organici e, nello stesso tempo, con una scarsa incidenza sulle decisioni nazionali per la crisi politica in atto che mette a rischio le riforme intraprese. Bisogna unire tutte le forze per un fine comune».
E secondo Franco Nassi, segretario Anaao-Assomed per l’Asl Toscana centro, servono modalità più snelle e veloci per l’assunzione del personale. «È fondamentale - conclude - per fare in modo che le procedure non durino mesi e che i professionisti entrino in servizio al più presto. Un altro aspetto su cui servono modifiche è il luogo di lavoro degli specialisti, facendo in modo che conoscano la loro destinazione finale già al momento del concorso. Bisogna intervenire al più presto per evitare che i medici scelgano di fuggire dal loro luogo di lavoro».