Male i saldi nel centro storico. Il nemico? Il caldo
Vendite a rilento nei negozi campigiani, in pochi decidono di uscire per fare shopping. La vicinanza dei centri commerciali e gli acquisti online sono gli altri concorrenti
CAMPI BISENZIO. È il caldo torrido il primo nemico di questi saldi di luglio. Trascorrere un paio d’ore in centro, passeggiando lungo via Santo Stefano, durante la mattina di un qualsiasi giorno feriale equivale a dire non incontrare quasi nessuno, pochissime infatti le persone per strada, e quelle poche sono impegnate in rapide commissioni che non si possono rimandare, ma non si soffermano davanti alle vetrine dei negozi, troppo caldo in strada per attardarsi, meglio rifugiarsi in casa. Le temperature proibitive sono infatti additate da molti commercianti come una delle cause principali per cui i saldi non decollano, non l’unica certo, ma in una situazione non facile per il commercio, tra incertezza economica e rincari, rappresentano un ulteriore ostacolo. «La gente non esce con questo caldo – dice Nicola Douglas del negozio di abbigliamento Maison Douglas – Il mercoledì sera con i negozi del centro aperti anche dopo cena si lavora bene perché le persone escono di più, ma durante il giorno è davvero troppo caldo. È un problema di cui sento parlare anche da altre parti, è un peccato perché si poteva lavorare di più».
Un problema che va a sommarsi ad altre criticità con cui cittadini e commercianti devono confrontarsi. «Ci sono tanti fattori – precisa Alessandra Cambi del negozio di articoli per bambini Bimbi belli – è un periodo di incertezza un po’ su tutto, a cominciare dai rincari. A questo si aggiunge il caldo, per cui magari le persone preferiscono uscire e fare acquisti mirati invece di guardare le vetrine e poi comunque c’è la vicinanza con I Gigli dove la gente può trovare caldo in inverno e fresco d’estate».
La vicinanza del centro commerciale è infatti uno dei fattori con cui gli esercenti sono ormai abituati a combattere dopo tanti anni. Nonostante le difficoltà tuttavia c’è chi guarda il lato positivo. «Io non mi lamento – afferma Vanessa Barchielli di Fidelio – Considerata la situazione globale non vedo grandi differenze né in positivo né in negativo rispetto all’anno scorso. Le persone cercano il risparmio e stanno attente alla qualità dei tessuti, principalmente chiedono cose fresche. Dopo la pandemia abbiamo notato semmai un cambiamento nelle abitudini dei clienti. Ci sono molti che comprano da noi tramite l’online e chi invece continua a venire in negozio perché comunque preferisce il contatto diretto».
È innegabile infatti che la pandemia abbia in qualche modo modificato le abitudini dei cittadini anche quando si parla di shopping. C’è poi chi sottolinea come in realtà sia lo stesso meccanismo dei saldi a non funzionare più, a non essere più agganciato al cambiamento nelle abitudini degli acquirenti.
«Noi siamo qui da 42 anni ma è cambiata la mentalità delle persone – sottolinea Graziano Bardelli di Graffio – Si sa che i saldi ci sono ma, mentre in passato venivano usati pensando a lungo termine, comprando cose da usare magari anche nell’inverno, ora i clienti cercano articoli da mettersi adesso, magliette, cose per l’estate. Poi ovviamente anche il tempo influisce».
Una riflessione ripresa anche da Cinzia Danti di Estranea Store. «Questo è il primo anno in cui faccio i saldi visto il tipo di articoli che ho in negozio – spiega la titolare dell’attività commerciale che spazia dal punk al dark al rockabilly – Ma penso che in generale i saldi non funzionino più, in parte perché ci sono tempistiche sbagliate. I saldi come venivano intesi non ci sono più, vengono fatte promozioni un po’durante tutto l’anno e le persone non li aspettano più a luglio. E poi ci sarebbe bisogno di regolamentare la vendita su internet che ha snaturato completamente il commercio, è saltata la catena produttore-ingrosso-vendita al dettaglio. Logicamente se i clienti riescono a trovare le stesse cose che vedono nei negozi su internet o nei negozi all’ingrosso comprano lì spendendo meno. E anche le persone con questa confusione hanno più difficoltà nel capire il vero valore delle cose».
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