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Firenze

Legge Venezia. La mossa di Nardella Blitz a Roma per estenderla a tutti

Legge Venezia. La mossa di Nardella Blitz a Roma per estenderla a tutti

A sostenere il sindaco, due sottosegretari e i Comuni di Roma e Bologna

05 luglio 2022
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FIRENZE. Una doppia iniziativa in Parlamento, sostenuta dai dem toscani di sponda con le sottosegretarie Bergamini e Bini, per estendere la legge ad hoc su Venezia a tutte le città d’arte con siti Unesco. Con una regola ferrea: chi supera il tetto dei giorni o il limite degli appartamenti per gli affitti turistici brevi prefissato verrà considerato un’impresa, con tutti gli oneri, fiscali e amministrativi, connessi.
Dopo lo scatto veneto per contenere l’invasione degli Airbnb Nardella non molla e prepara il sorpasso all’ultima curva. Con l’obiettivo di ottenere quei poteri, concessi solo a Venezia con un emendamento sotto traccia, per arginare il fenomeno turistico. Una necessità per Firenze, certo, ma pure per le altre grandi città, Roma e Bologna in testa. La finalità per Nardella è «calmierare il mercato del mattone e degli affitti che è esploso nei centri storici, drogato dal fenomeno turistico delle piattaforme online. Di conseguenza favorire il ritorno della residenza nel centro anche a favore di persone con meno mezzi economici anche attarverso il social housing. Inoltre si limiterebbe quella che in certi casi sta diventando una vera e propria concorrenza sleale a carico degli operatori turistici e degli albergatori».
Un’idea, spiega il sindaco togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, che Brugnaro ha “scippato” a Firenze. «Ci tengo a dire che la norma di Venezia è stata ripresa dalla nostra iniziativa di legge popolare, sono molto felice che la nostra iniziativa presentata un mese fa gli sia servita…». Il piano delineato da Palazzo Vecchio passa attraverso un blitz nelle due Camere del Parlamento. «Questa mattina (ieri, ndr) – racconta – mi sono sentito con la viceministra Castelli e le sottosegretarie Bergamini e Bini con le quali stiamo valutando una duplice iniziativa: un emendamento al Senato in occasione della conversione di uno dei prossimi Dl che estenda le misure già previste per Venezia e un ordine del giorno alla Camera». Nel progetto sono stati coinvolti i parlamentari toscani e anche il deputato bolognese Luca Rizzo Nervo, assessore della Giunta Lepore.
Il cuore dell’azione legislativa è correggere la stortura economica causata dalla concorrenza, spesso imbattibile, delle piattaforme online. A differenza dei piccoli imprenditori, infatti, che sopportano il peso della tassazione, il costo dei dipendenti e le autorizzazioni, chi lavora con Airbnb si limita semplicemente a pagare la cedolare secco sull’affitto. «Se superi il limite di giorni che è stato messo e superi il numero di appartamenti massimo consentito – chiarisce Nardella – non è che non lo puoi fare, ma devi trasformarti in attività di impresa. Non sei più un singolo cittadino proprietario di un appartamento che affitti ad un turista, svolgi una attività che assume una caratteristica imprenditoriale ma paghi la metà delle tasse che paga un imprenditore». La legge si applicherà solo alla città d’arte, ma, visto la difficoltà di delimitare i destinatari, l’ipotesi è definire come tale solo i Comuni con un sito Patrimonio Unesco. In Toscana oltre a Firenze rientrano nella categoria diversi capoluoghi e paesi: Pisa, Siena, Pienza, San Gimignano, Montecatini Terme, i Comuni della Val d’Orcia e quelli dotati di ville Medicee. Insomma, la partita è ancora aperta. 
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