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Calcio: Serie B

Empoli, Guido Pagliuca: da dipendente Conad a Cecina a mister degli azzurri. «Tre parole chiave nella mia carriera»

di David Biuzzi

	Guido Pagliuca
Guido Pagliuca

Presentato il tecnico della formazione del presidente Fabrizio Corsi: «Sto lavorando su me stesso con uno psicologo, non sono più quello di un tempo»

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La barba fatta con maggiore cura, per dirla come il grande Franco Califano, la giacca al posto del cappellino di ordinanza che lo accompagna, sempre e da sempre, in panchina. Si è presentato con il look delle grandi occasioni, insomma, Guido Pagliuca nel suo primo giorno da allenatore dell’Empoli, nella conferenza stampa di giovedì 19 giugno.

Chiamale emozioni

Quello vero arriverà poi a luglio e da allora sarà tutto diverso. Nel frattempo, però, quello che emerge e che accompagna tutta la sua prima conferenza stampa è l’emozione. Quella che il tecnico di Cecina, 49 anni compiuti lo scorso 17 febbraio, avverte e almeno in parte racconta quando svela un episodio del suo passato: «Al Sussidiario – dice, pensando al campo dove tra qualche settimana dirigerà le operazioni – sono venuto tante volte e in più occasioni a studiare gli allenatori dell’Empoli, a cercare di capire i loro segreti». Il fatto che oggi sia dall’altra parte della barricata, dunque, racconta molto. E spiega perché quando parla, il nuovo condottiero sembra avere meno sovrastrutture e frasi fatti di molti colleghi. Lui viene dal basso, dalla cassa della Conad di Cecina dove lavorava, ai campi di periferia bazzicati a lungo. «Ringrazio il presidente Fabrizio Corsi, la figlia Rebecca e il direttore Roberto Gemmi per questa opportunità che mi hanno dato. Entrare a far parte della famiglia Empoli per è una grande emozione. Ringrazio anche la Juve Stabia e tutta Castellamare per quanto mi ha dato negli ultimi due anni». Si annusa sincerità, ascoltando il nuovo allenatore, così come lui ha sentito altri profumi mettendo piede, nella scorse settimane, nella sede del club a Monteboro. «Entri lì e respiri calcio – racconta – capisci subito che c’è una grande cultura del lavoro e questo è uno dei punti in comune che ho subito riscontrato. Io vivo di calcio 24 ore su 24 e per questa realtà è lo stesso».

Il capitale umano

Pallone, pallone e ancora pallone, insomma. Ma senza mai tralasciare il lato umano. «C’è bisogno anche di gioia – sottolinea – perché dopo tutto è un gioco. L’idea da qui parto e partirò anche qui, comunque, è quella di creare un gruppo. Che, attenzione, non è una somma di singoli. La differenza è l’alchimia che si crea tra le persone, quella che poi ti porta ad affrontare ogni singolo allenamento con la stessa carica di una partita importante. Se riesci a fare questo hai un’identità, hai voglia di misurarti contro chiunque e ti senti la squadra addosso. È il modo per fare le cose per bene e coinvolgere anche i tifosi. Per questo prima che i giocatori cerco gli uomini. La tattica? Serve, è chiaro. L’importante è cercare di mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio».

Tra capisaldi

Pagliuca non scende nello specifico, non ancora, anche se disegna i confini dell’Empoli che ha in mente. «Le mie squadre giocano sia quando hanno la palla sia quando ce l’hanno gli altri. L’umiltà e la consapevolezza a mio avviso sono due caratteristiche di cui non si può fare a meno. Ma anche l’entusiasmo è una dote che vorrei trasmettere ai miei giocatori. Devono avere la gioia di giocare nell’Empoli». La stessa che Pagliuca trasmette in questa prima uscita da tecnico azzurro. «Aggressività e intensità? Sì, sono caratteristiche che le mie squadre solitamente hanno a che vorrei anche qui. Servirà, però, anche la flessibilità per adattarsi alle fasi di gioco perché una partita non ha mai lo stesso copione dall’inizio alla fine, o per adattarsi agli avversari che avremo di fronte. Il campionato di Serie B pretende rispetto, non vinci per il nome che porti ma quello che fai a dai in campo». Nessuna anticipazione precisa sulla squadra che verrà, anche se il ds Gemmi svela che la difesa sarà a 3. E il resto sarà costruito pezzo dopo pezzo.

La sincerità

Con giocatori che esperti o giovani che siano, confermati o meno. Dovranno essere motivati, proprio come sembra essere Pagliuca. Che di sé racconta anche altro. «Il mio percorso – rivela svelando anche particolari che altri, tanti altri, avrebbero tenuto ben nascosti – mi ha portato spesso a gestire imprevisti. Amo studiare il calcio, lo faccio di continuo perché per restare competitivi non puoi smettere di cercare di migliorarti. Da qualche anno ne sto affrontando anche uno personale, con uno psicologo dello sport che mi aiuta. Lavorando su me stesso sono cresciuto, non sono più quello di Cecina, però il carattere è il carattere e magari una squalifica magari ci scapperà pure qui... Sono nel posto giusto, però, per migliorare anche sotto questo aspetto».

Staff e date

Un bel tipo, questo Pagliuca. Il grosso, ovviamente, era resta da scoprire ma il primo approccio non è per niente male. Ora restano da definire i contorni dello staff (sarà ultimato e ufficializzato nei prossimi giorni), mentre ci sono già le date d’inizio avventura: visite mediche il 7, 8 e 9 luglio, primo allenamento il 10. Preparazione tra Monteboro e Sussidiario, come al solito. E stavolta senza settimane da consumare in altre zone.

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