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L’Empoli crolla in casa col Verona e saluta la Serie A

di Paolo Nencioni

	Un tifoso abbraccia Jacopo Fazzini al termine della partita (foto Nucci)
Un tifoso abbraccia Jacopo Fazzini al termine della partita (foto Nucci)

Azzurri battuti dall’ex Zanetti mentre il Lecce espugna l’Olimpico. Lacrime e rimpianti al Castellani

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EMPOLI. Doveva essere la notte dei miracoli, è stata la notte delle illusioni che si spengono per l’Empoli, sconfitto 2-1 dal Verona al Castellani e costretto a salutare la Serie A dopo una stagione a dir poco travagliata, quando sembrava che potesse arrivare l’ennesima impresa. Un’impresa alla quale, a conti fatti, gli azzurri non sono andati nemmeno vicino, perché la classifica finale dice Parma 36, Lecce 34, Empoli 31, Venezia 29. Per sperare almeno nello  spareggio è mancato un gol azzurro al Castellani e un gol all’Olimpico della Lazio, che è incredibilmente riuscita a perdere in casa coi salentini e al momento, dopo aver sognato la Champions, è fuori dall’Europa. La memoria va sempre alla Lazio, che perdendo anni fa sul campo di Crotone contribuì a un’altra retrocessione dell’Empoli.

Al triplice fischio finale Ardian Ismajli è rimasto a terra e sembrava non volersi più rialzare. Lacrime sincere, le sue, così come quelle di Jacopo Fazzini, entrambi quasi certamente all’ultima apparizione al Castellani con la maglia azzurra.

Il Verona ha fatto la sua partita, due tiri due gol. Agli scaligeri sarebbe bastato un pareggio, ma non hanno voluto correre rischi e onestamente non hanno rubato niente. L’Empoli invece non ha avuto la forza di ribaltarla, nonostante un commovente Fazzini e la grinta di quasi tutti gli altri. Pesano tutti i punti persi per strada e l’assenza per molti, troppi mesi dei giocatori di maggior talento o rendimento (lo stesso Fazzini, Anjorin, Ismajli).

E’ stata un’ultima giornata di gioie e dolori, come ovvio, tutti sull’ottovolante dei risultati e di complicatissimi incroci che in tempo reale, a seconda delle reti segnate, cambiavano le motivazioni delle squadre.

L’Empoli, come troppo spesso gli è successo, è andato subito sotto, già al 4’. Veloce combinazione degli ospiti per il destro di Serdar che anticipa tutti dal limite e mette alle spalle di Vasquez. Sul Castellani cala il gelo e per una decina di minuti gli azzurri non sembrano in grado di reagire. Nel frattempo il Venezia va in vantaggio sulla Juve e si capisce che nessun risultato stasera sarà scontato. In attesa di un gol salvifico della Lazio sul Lecce, che non arriverà mai, al Castellani non succede quasi niente, fino al 42’, quando Fazzini scalda i guantoni a Perilli e un minuto dopo lo batte dopo una respinta del portiere su colpo di testa di Esposito. L’Empoli non è ancora salvo, ma si riaccendono le speranze. Subito gelate dal gol di Coulibaly all’Olimpico, proprio al 43’.

A questo punto servirebbe una vittoria, che incredibilmente condannerebbe il Parma, sotto di due reti a Bergamo, ma no, non è la notte dei miracoli. E mentre il Parma getta le fondamenta di quella che sarà un’incredibile rimonta a Bergamo (da 0-2 a 3-2) il Verona al 69’ passa all’incasso con Bradaric che si infila come una freccia tra Gyasi e Goglichidze e trasforma in oro il cross di Tchatchoua. Fine dei giochi? Sì, perché nonostante D’Aversa metta in campo tutti gli attaccanti che ha a disposizione, gli ospiti difendono con le unghie e coi denti un risultato che se vogliamo è anche una vendetta sportiva di un allenatore, Zanetti, che dopo essere stato esonerato in Toscana ha ritrovato la gloria nel suo Veneto.

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