Il Tirreno

Empoli

Empoli Alla ricerca del gol che al Castellani è una rarità

di David Biuzzi
Colombo ed Esposito
Colombo ed Esposito

Finora 2 sole reti realizzate in casa e chi le ha firmate ora è fuori causa

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EMPOLI. Tra i tanti numeri positivi che hanno imbandito la tavola del ricco pranzo di Natale dell’Empoli ce ne sono anche alcuni meno soddisfacenti e uno che in particolare stona. E stona assai.

In un panorama di gol realizzati complessivamente realizzati, 16, non del tutto soddisfacente, infatti, spicca quel misero 2 relativi alla reti segnate in casa. Una miseria considerati che le partite sono 8, anche se aver affrontato al Castellani big del calibro di Inter, Napoli, Juventus e Fiorentina sicuramente non ha agevolato il compito. Il dato nudo e crudo, però, dice che in 6 gare su 8 gli azzurri sono rimasti a secco, che quelle di Como e Udinese sono state le uniche retroguardie battute e come se non bastasse l’unico a riuscire nell’impresa è stato Pietro Pellegri, che ha già chiuso la sua stagione per la lesione del legamento crociato del ginocchio (patita a Verona).

Un trend negativo, per dirla alla Nanni Moretti, da invertire al più presto. Meglio se partire dalla sfida di domani alle 15 contro il Genoa. Con molte speranze legate alla coppia dei ragazzi del 2002 formata da Lorenzo Colombo e Sebastiano Esposito. Coppia che finora vale 9 reti, cioè più della metà del bottino complessivo, con il primo a quota 4 squilli e il compagno a 5. Entrambi hanno graffiato anche a Bergamo, nell’ultima uscita, ma nessuno dei due è ancora riuscito a realizzare un gol in casa. Un tabù da spezzare in campionato (entrambi andarono in gol nella prima di Coppa Italia col Catanzaro) e in questo il ritorno di un elemento di qualità come Jacopo Fazzini, che col Genoa potrebbe anche avere più minuti nelle gambe dopo lo spezzone consumato a Bergamo, potrebbe essere un fondamentale aiuto.

Un altro potrebbe arrivare da Roberto D’Aversa, che proprio nella sfida con l’Atalanta capolista ha tenuto i suoi attaccanti più vicini giocandola con un sistema più vicino al 3-5-2 che al 3-4-2-1 spesso utilizzato. Accorgimento, questo, che potrebbe essere ripetuto. Anche perché proprio Fazzini che caratteristiche che gli permettono di danzare sia alle spalle degli attaccanti che partire qualche metro più in basso assicurando comunque imprevedibilità e anche quella qualità in partenza dell’azione, o comunque nell’ultimo e penultimo passaggio, che finora è un po’ mancata. Di fatto ci sono da trovare soluzioni differenti, vista propria l’assenza di Pellegri che con le due doti, tecniche e fisiche, era diventato il punto di riferimento avanzato, il centravanti vero e di peso che in gruppo ora, aspettando che magari qualcosa succeda sul mercato, non c’è più.

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