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Empoli, quanto pesano gli assenti nella rincorsa al sogno salvezza
Vicario, Cambiaghi, Destro: tre uomini chiave di cui si sente la mancanza
EMPOLI. Quanto incidono gli infortuni sull’andamento di una stagione? Sicuramente tanto ( anche se Zanetti continua a dire che nel suo gruppo non esistono titolari e riserve), a seconda degli elementi mancanti, ma questa domanda, fino a qualche giornata fa, a Empoli non rivestiva molta importanza. Certo, Ismajli ha avuto qualche problemino, così come Akpa Akpro e Grassi; ma mai come in queste ultime due partite si è avvertito con chiarezza un problema del genere dovendo fare a meno di Vicario e Cambiaghi.
Un portiere e un attaccante che, in maniera diversa, erano diventati punti fermi della formazione azzurra. I loro sostituti non hanno giocato male: è vero che Perisan ha subito tre gol, ma su almeno due di questi poteva farci poco e in generale è stato sostanzialmente poco impegnato, rispondendo presente in quelle occasioni e mostrando anche buone qualità palla al piede; Satriano ha segnato contro il Monza, ci è andato molto vicino con l’Udinese e ha lavorato con la solita solerzia per la squadra, la stessa che lo ha reso un titolare per buona parte della stagione.
Ma, nonostante non ci siano stati grossi rimpianti, la differenza si è sentita. Forse è proprio vero che non si apprezza abbastanza ciò che si ha fino a che non si perde. E non vedere Vicario in porta (una sensazione a cui la platea empolese si dovrà prima o poi abituare) è un po’ come andare al cinema a vedere un film Marvel senza che compaiano i supereroi. La forza di un portiere del genere sta proprio lì, nella capacità di poter tappare le falle comparse improvvisamente con un intervento dei suoi per tenere il risultato in piedi e tirare avanti con la partita. Sembra un concetto effimero, ma è una sensazione totalmente differente la cui riprova si può vedere nel Milan, squadra totalmente diversa dopo il rientro di Maignan. Vicario, che non ha le capacità di impostazione del portiere francese, tra i pali è ugualmente determinante (se non un pelo più incredibile) e la consapevolezza sua e di tutto il reparto difensivo di questa forza cambia il volto di una squadra.
I motivi per cui anche l’assenza di Cambiaghi si è fatta tanto sentire sono, invece, molto diversi. Tra un piccolo infortunio ad agosto, altri tipi di scelte tattiche e una certa idea di gioco voluta da Zanetti, la sua prima gara da novanta minuti in stagione è quella contro lo Spezia lo scorso mese. Ma era diventato, col tempo, semplicemente il giocatore giusto nel posto giusto. Non solo per i due gol segnati nelle due ultime apparizioni, ma per le sue caratteristiche che così bene si adattano all’evoluzione del gioco dell’Empoli nella seconda parte di campionato. Avere un altro calciatore offensivo di fianco a Baldanzi capace di saltare l’uomo, di dare strappi in velocità per mettere in difficoltà la difesa, senza però il trattamento di marcatura asfissiante a uomo a cui è sottoposto il numero 35, permetteva a Zanetti di mettere una sorta di tridente “piccolo” che esaltava la generosità di Caputo e attaccava il campo con rapidità creando ripartenze letali. Ma se nelle ultime tre gare si è potuto comprendere quanto questi due giocatori siano importanti per l’Empoli, c’è n’è un altro che non si vede praticamente da ottobre e sicuramente rappresenta il grande “se” della stagione: ovviamente si arriva al nome di Mattia Destro. Un solo gol segnato in 457 minuti giocati, una punta solitamente incostante ma capace, anche negli ultimi anni, di segnare filotti di reti consecutive che servirebbero tantissimo all’attacco azzurro. Probabilmente non si è mai visto nel pieno della forma fisica in questa stagione, e chissà quale apporto avrebbe potuto dare in gare difficili da sbloccare come l’ultima con l’Udinese. Un altro tassello mancante nell’idea generale della rosa, quello dell’attaccante che porta un po’ di gol durante l’arco della stagione che classicamente fa le fortune di una squadra in lotta per la salvezza.