Emozione Zielinski «Che gioia quel gol»
Sul suo futuro: «Mai detto di aver già parlato con Klopp»
EMPOLI. Ha la faccia del bravo ragazzo, i capelli biondi corti e ordinati, gli occhioni chiari. Parla quasi con un filo di voce, senza mai alzare i toni. Sembra più un seminarista, lui che arriva dalla terra di Karol Józef Wojtyla (poi diventato Giovanni Paolo II), che un calciatore. E, invece, sul campo Piotr Zielinski è una benedizione solo per chi ce l’ha. Per gli altri, gli avversari, spesso e volentieri diventa un incubo. Come è accaduto domenica, in un derby in cui ha voluto, fortissimamente voluto, lasciare la sua firma.
Lo ha fatto con una manciata di secondo di anticipo sul triplice fischio, accendendo una festa, quella di Empoli, che di fatto è ancora accesa. «È stato bello, molto bello. Un’emozione unica o quasi – ricorda – uno dei gol più importanti della mia carriera. Almeno finora».
L’impressione, in effetti, è che lo volesse proprio...
«È così. È bello segnare in una partita come questa. A una big come la Fiorentina e in una gara che per i nostri tifosi vale tantissimo. Abbiamo sentito per tutta la settimana con che passione la vivevano ed è stato bello regalare loro una gioia così».
E, per lei, una gioia che arriva a pochi giorni da quella del gol con la Polonia.
«È vero. È un momento positivo, fortunato. Ho fatto gol contro la Danimarca e anche quella è stata una grande soddisfazione».
Peccato che a interrompere questo momento magico arrivi una squalifica quasi comica...
«In effetti lo è (e ride, ndr). Non volevo togliermi la maglia per festeggiare il gol né Diousse voleva togliermela. È venuto ad abbracciarmi mentre io mi divincolavo e praticamente gli è rimasta la maglia in mano... L’arbitro non ha visto bene la scena e mi ha ammonito. Peccato, mi dispiace saltare la partita con la Lazio per questa sciocchezza».
Diousse si è scusato?
«Ne abbiamo parlato. Ma non ha bisogno di scusarsi perché, ripeto, non l’ha fatto apposta. Però magari mi faccio offrire una cena (e giù un’altra risata, ndr)».
Resta il fatto che a Roma non ci sarà.
«E mi dispiace. Ma sono sicuro che l’Empoli farà un’altra bella partita. Ci siamo sbloccati, il periodo negativo è alle spalle, e ora vogliamo chiudere in bellezza. Sarà dura, perché la Lazio è una squadra forte, ma andremo all’Olimpico per dire la nostra».
A proposito di dire la sua, è è vero che ha detto di aver già parlato con Klopp che la vuole nel suo Liverpool ha tutti i costi?
«Assolutamente no. Ho parlato anche ad alcuni media polacchi quando ero in Nazionale ed evidentemente nella traduzione è stato sbagliato qualcosa. Io ho detto che so che il Liverpool è interessato e che dovrebbe già aver parlato con la società (l’Udinese, che detiene il suo cartellino, ndr).
Ma lei preferirebbe l’Italia o l’estero?
«Sono in Italia da 5 anni e ci sto non bene ma benissimo. Però, ovviamente, dipenderà dalle offerte».
@DavidBiuzzi
©RIPRODUZIONE RISERVATA