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Viadotto in stato di «degrado»: lavori urgenti sulla Fi-Pi-Li. La zona e i tempi

di Danilo Renzullo
Un tratto della strada (foto d'archivio)
Un tratto della strada (foto d'archivio)

Al via interventi di messa in sicurezza: nel febbraio scorso l’ispezione condotta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali

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EMPOLI. Il primo “allarme” è stato lanciato lo scorso febbraio a seguito di un’ispezione condotta dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) e confermato il mese successivo con un’ispezione – condotta anche con droni – ai “baggioli”, gli elementi in calcestruzzo armato che si trovano tra la strada e la sottostruttura che sostiene le travi principali. Le relazioni tecniche conseguenti alle ispezioni parlano chiaro: il viadotto sull’Elsa, opera che si trova lungo la Fi-Pi-Li al confine tra Empoli e San Miniato, è in uno stato tale di «degrado» che richiede interventi urgenti per far fronte alle varie criticità rilevate durante i sopralluoghi che hanno evidenziato «chiari segni di degrado e necessità di opere di manutenzione», si legge nella relazione. Lavori che inizieranno domani – eseguiti dagli operai dell’Avr su mandato della Città metropolitana di Firenze, ente gestore della strada di grande comunicazione – e andranno avanti per 90 giorni. Gli interventi, almeno secondo le previsioni, non dovrebbero interessare la carreggiata e quindi senza causare disagi agli utenti della Fi-Pi-Li, se non per l’esecuzione di alcuni saggi. I lavori si svolgeranno sotto l’impalcato, quindi senza interessare direttamente la strada.

Storia e numeri

L’opera è stata realizzata alla fine degli anni Settanta al confine tra i territori di Empoli e San Miniato ed è composta da un viadotto a più campate che si sviluppa per poco più di 240 metri di lunghezza attraversando, nelle campate centrali, il fiume Elsa e la strada provinciale 10. L’infrastruttura, negli anni è stata soggetta a più ispezioni e sopralluoghi (che si sono svolti nel 2013; 2014, 2021 e 2022 oltre a quella dello scorso febbraio e all’ispezione condotta con i droni il mese successivo) e le ultime hanno evidenziato la necessità di interventi di manutenzione urgenti. Secondo quanto programmato, è stato previsto «un primo intervento di messa in sicurezza provvisoria che sia in grado di eliminare almeno provvisoriamente i difetti ed i danneggiamenti che sono stati rinvenuti, soprattutto per quanto riguarda i baggioli altamente danneggiati e talvolta distrutti».

L’intervento di messa in sicurezza che partirà domani, 18 giugno, non basterà però a risolvere le criticità dell’infrastruttura. «L’intervento proposto non è considerabile come intervento definitivo – evidenzia il progetto –: la vita utile dell’intervento può essere assunta massimo per due anni al termine dei quali ci si aspetta che i baggioli potranno essere fessurati a causa delle coazioni generate dalle forze orizzontali in gioco (termica, frenamento, accelerazione) che investiranno di fatto interamente i baggioli soprattutto in virtù del fatto che la maggior parte degli appoggi, a causa del grave danneggiamento subito, non trasmettono correttamente gli sforzi alle strutture inferiori». La relazione tecnica suggerisce quindi di iniziare il procedimento, dopo la conclusione dell’intervento di messa in sicurezza, per «recuperare le risorse necessarie ad eseguire importanti interventi di manutenzione straordinaria e sostituzione di tutti gli appoggi dell’intero viadotto».

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