Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Caso Bugetti, slitta l’interrogatorio della sindaca e FdI attacca sui contributi elettorali – Video


	Ilaria Bugetti, sindaca di Prato
Ilaria Bugetti, sindaca di Prato

Prato, Ilaria Bugetti comparirà davanti al gip lunedì 23 giugno. L’opposizione le chiede conto di un finanziamento ricevuto da un’azienda sospettata di sfruttamento: «Non poteva non sapere». La replica del Maglificio Cxl

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PRATO. Si allungano i tempi per definire le posizioni della sindaca Ilaria Bugetti e dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, indagati per corruzione in concorso nell’ipotesi che la sindaca abbia fatto favori all’imprenditore in cambio dell’assunzione in una società da lui controllata e della raccolta di consensi alle elezioni regionali e comunali.

I due indagati avrebbero dovuto comparire giovedì 19 davanti al giudice per le indagini preliminari di Firenze, Alessandro Moneti, ma l’interrogatorio è slittato a lunedì 23 in seguito all’istanza presentata dall’avvocato di Matteini Bresci, Pier Matteo Lucibello, che ha fatto presente come gli ultimi atti della Direzione distrettuale antimafia gli siano stati consegnati ieri, lunedì 16, e dell’impossibilità di essere presente il 19 essendo impegnato in un processo a Roma.

Il gip deve interrogare i due indagati per decidere se aderire alla richiesta dei sostituti Antonino Nastasi, Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli di arresti domiciliari per la sindaca, difesa da Nicola Badiani, e di custodia cautelare in carcere per l’imprenditore.

Intanto non si placa la polemica politica e Fratelli d’Italia insiste su una vicenda che sembrava ormai archiviata, quella dei contributi elettorali incassati dalla candidata sindaca Bugetti prima delle elezioni del giugno 2024.

«Oggi in aula alla Camera – scrive la deputata Chiara La Porta – abbiamo appreso, in seguito alla risposta a una mia interrogazione presentata nel maggio scorso al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, relativa, tra i vari aspetti, alle condizioni di sfruttamento del lavoro nelle aziende del nostro territorio, che il Maglificio CXL, tra i finanziatori della campagna elettorale per la corsa a sindaco di Ilaria Bugetti, è stato oggetto di due controlli dell’Ispettorato, risultando irregolare sotto molti fronti. Il primo, all’inizio del 2024, in seguito al quale è stato emesso un verbale contributivo, per cui è ancora in corso un contenzioso, il secondo nel febbraio scorso, da cui sono ulteriormente emerse specifiche violazioni ed illeciti. Quella stessa azienda di fronte alla quale i lavoratori sfruttati protestavano nel febbraio scorso e che furono multati dalla polizia municipale per occupazione di suolo pubblico, salvo poi ricevere la solidarietà del sindaco Ilaria Bugetti che, evidentemente, si era dimenticata che gli agenti del suo Comune li avevano sanzionati. Il sindaco non poteva non sapere che quella ditta praticasse illeciti già ad inizio 2024, data che apprendiamo nella risposta di oggi, e ci chiediamo, lecitamente, non solo se fosse quindi davvero libera e, di conseguenza, adeguata al ruolo di primo cittadino di una città piegata dall’illegalità cinese, dato che non avrebbe avuto dubbi sull’opportunità di accettare finanziamenti da imprenditori irregolari. A prescindere dall’iter giudiziario dell’inchiesta a suo carico, il tema è e resta politico. Per noi Bugetti era inadeguata ieri, così come lo è oggi. Mentire ai cittadini, omettendo dal curriculum, in occasione di tre tornate elettorali, un incarico professionale e da chi, quindi, sia stata stipendiata per anni, è incompatibile con ruoli istituzionali. Prato merita di più, ed è necessario superare un sistema più che radicato che, nella migliore delle ipotesi, ha portato a voltarsi dall’altra parte rispetto a fenomeni criminali molteplici che attanagliano il nostro territorio».

La precisazione del Maglificio Cxl

«Il Maglificio Cxl precisa che le affermazioni contenute nell’articolo sono prive di fondamento e gravemente lesive della propria reputazione aziendale. Contrariamente a quanto riportato nell’articolo, il Maglificio Cxl non ha mai tenuto “comportamenti illeciti” né è mai risultato “irregolare sotto molti fronti” a seguito di controlli dell’Ispettorato del lavoro. La ricostruzione fornita dalla deputata La Porta e riportata acriticamente dal giornalista è completamente errata e fuorviante. È vero che ad oggi esiste unicamente una contestazione sollevata dall’Ispettorato del lavoro relativa ai figli del signor Chen Xichun, titolare dell’azienda. L’Ispettorato ha elevato un verbale per il riconoscimento dell’esistenza di un’azienda familiare, disconoscendo i rapporti di natura subordinata dei figli del titolare. Tale contestazione, che il Maglificio Cxl sta regolarmente impugnando tramite i propri legali, non rigaurda alcuna “irregolarità di lavoratori” come falsamente affermato nell’articolo, né configura alcuna forma di “illegalità” o “sfruttamento del lavoro”. Nel caso in cui fosse confermato l’assunto dell’Ispettorato, si configurerebbe una questione di imputazione di contributi previdenziali alla gestione separata Inps invece che a quella ordinaria. Non si tratterebbe di una violazione delle norme sul lavoro e ancor meno di comportamenti “illeciti”. Quanto al secondo accesso ispettivo verificatosi a seguito di una denuncia di alcuni lavoratori pakistani, esso non ha portato ad alcuna contestazione, posto che gli stessi lavoratori denuncianti, che attualmente lavorano presso il medesimo maglificio in forza di regolare contratto di assunzione, non hanno dato seguito alla denuncia. Infatti come risulta dal verbale conclusivo di accertamento e notificazione n. 2024001259/DDL della ITL di Prato datato 16 gennaio 2025, che testualmente riporta: “I lavoratori denuncianti non hanno fornito le prove a sostegno di quanto denunciato e pertando non sono emersi elementi a supporto delle loro affermazioni”. L’azienda opera e ha sempre operato nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di lavoro e sicurezza, mantenendo rapporti trasparenti e collaborativi con tutte le autorità competenti. Le dichiarazioni della deputata La Porta riportate nell’articolo sono evidentemente frutto di una lettura superficiale e distorta dei verbali dell’Ispettorato. Il Maglificio Cxl respinge categoricamente ogni insinuazione relativa a presunti “finanziamenti opachi” o collegamenti con situazioni di “illegalità”, ribadendo la propria correttezza e trasparenza in ogni rapporto commerciale e istituzionale». 

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