Il Tirreno

Empoli

Volontariato

Il grido delle Pubbliche assistenze: «Servizi ridotti, chiediamo aiuto»

di Martina Trivigno
Il grido delle Pubbliche assistenze: «Servizi ridotti, chiediamo aiuto»

I referenti delle associazioni dell’Empolese-Valdelsa e Valdarno scrivono ai sindaci. «Non possiamo continuare così, serve un tavolo tecnico per affrontare i problemi»

3 MINUTI DI LETTURA





EMPOLI. «Non possiamo continuare a dare il nostro contributo volontario perennemente in affanno». È un grido di allarme – ma più che altro di aiuto – da parte delle Pubbliche assistenze dell’Empolese-Valdelsa e Valdarno. Che, ora, chiedono ai sindaci di convocare un tavolo per mettere sul piatto tutti i problemi con cui si confrontano ogni giorno. Preoccupa la situazione in cui versa il servizio di emergenza-urgenza, ma anche il numero ridotto di medici di medicina generale e la riduzione del servizio di guardia medica. Così i presidenti delle Pubbliche assistenze hanno deciso di far sentire la loro voce. Sulla lettera indirizzata ai primi cittadini dei territori coinvolti compaiono le firme di Mariano Falcini (Pubblica assistenza di Montespertoli e coordinatore d’area) ; Luigi Checchi (Pubblica assistenza di Fucecchio) ; Marco Remorini (Pubblica assistenza di Santa Croce), Soccorso Sicuranza (Pubblica assistenza Vita di Castelfranco di Sotto); Giuseppe Santosuosso (Croce Bianca di Orentano); Eleonora Gallerini (Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli) ; Dino Cei (Pubblica Assistenza di Montelupo Fiorentino); Edoardo Ceccarelli (Pubblica assistenza di Montopoli) e Stefano Giuntini (Pubblica assistenza di Limite sull’Arno). E l’obiettivo è chiaro: dare vita a un tavolo tecnico per analizzare i problemi che interessano la sfera sociosanitaria ed emergenziale. «Crediamo nel ruolo sociale che il mondo del volontariato ha nella nostra comunità e in quello che fa per il territorio sia per quanto riguarda i servizi forniti ai cittadini che alle istituzioni – spiegano i presidenti – . Proprio per questi motivi siamo preoccupati del fatto che diverse associazioni abbiano cessato da molti mesi di svolgere il servizio di emergenza-urgenza, aumentando così il carico nei confronti di chi ha deciso di rimanere operativo e al fianco della cittadinanza. In questo senso ci preoccupa anche e soprattutto l’assenza di un dialogo per un’eventuale riorganizzazione del servizio di emergenza-urgenza, anche perché la situazione attuale porta a una riduzione delle risposte rispetto ai bisogni dei cittadini da parte del sistema sanitario. Una situazione resa ancor più difficile dalla carenza di altri presidi, come la mancanza di medici di famiglia e la riduzione del servizio di guardia medica». Da qui l’appello per la creazione di un tavolo di confronto con le istituzioni come Regione, Asl ed enti locali) . «Siamo disponibili a coordinare un tavolo sul tema dell’assistenza sanitaria di emergenza e a domicilio; un momento di discussione che affronti il tema a 360 gradi e che veda il coinvolgimento di tutte le parti attive che operano sul territorio – concludono i presidenti delle associazioni – . Il dialogo è fondamentale per cercare di ridurre eventuali disservizi ai cittadini e non indebolire ulteriormente le associazioni di volontariato che già sono in difficoltà. Per via dei rincari che abbiamo subito su tutte le forniture dei materiali necessari per svolgere i nostri servizi, il peso finanziario che grava sulle nostre casse è andato ulteriormente ad aumentare, a oggi nessuno ha pensato o programmato iniziative a sostegno delle associazioni che con grande difficoltà e altrettanto spirito di sacrificio continuano faticosamente a offrire servizi che spesso vengono dati per scontati ma che, invece, richiedono impegno, sudore e risorse economiche». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
L’incidente

Calcinaia, muore incastrato tra la motozappa e un ulivo: chi è la vittima

di Andreas Quirici
Sani e Belli