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Empoli, fallimenti pilotati: in carcere un falso commercialista, in quattro ai domiciliari

Empoli, fallimenti pilotati: in carcere un falso commercialista, in quattro ai domiciliari

Confiscati tre immobili del valore di 750.000 euro e sequestrati conti per oltre 100.000 euro. Oltre venti gli indagati

27 settembre 2023
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EMPOLI. Un finto commercialista di 53 anni, con studio nell’Empolese e residente a Pietrasanta, con la complicità della sua famiglia toscana pilotava fallimenti di società: per questo con le accuse di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte è finito in carcere. Gli stessi reati, a vario titolo, sono stati contestati ad altre quattro persone, che sono finite agli arresti domiciliari.

L'ordinanza del gip del Tribunale di Firenze è stata eseguita dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze nell'ambito di una più ampia inchiesta che allo stato vede indagati 22 soggetti e circa altrettante società. Contestualmente i finanzieri fiorentini hanno eseguito numerose perquisizioni nella città metropolitana di Firenze e nelle province di Livorno, Milano, Reggio Calabria, Lucca, Pisa, Pordenone, Roma e Frosinone.

L'articolata indagine, svolta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze, anche attraverso indagini tecniche, ha permesso di accertare un collaudato e pluriennale sistema delinquenziale, gestito da una famiglia toscana. Dalle attività info-investigative poste in essere è stato possibile rilevare come i principali indagati, attraverso prestanome e con la collaborazione di consulenti che esercitavano abusivamente la professione di dottore commercialista rilevavano, intestandole fittiziamente a 'teste di

legno', società gravate da consistenti debiti sia commerciali che erariali, permettendo così ai reali proprietari di evitare conseguenze civili e penali e di sottrarsi al pagamento delle imposte. Infatti, in alcuni casi, le società restavano inattive e venivano svuotate dei propri asset principali, in altri continuavano ad operare gestite dai vecchi proprietari e in altri ancora venivano utilizzate solo per emettere fatture e far circolare denaro tra le varie società di famiglia.

Contestualmente all'esecuzione dei cinque arresti è stato eseguito il sequestro finalizzato alla confisca diretta di 3 immobili nel comune di Reggio Calabria del valore di 750.000 euro e valori fino alla concorrenza di questa somma, nonché il sequestro preventivo per equivalente pari a 106.651 euro nei confronti di 3 persone fisiche per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, bancarotta fraudolenta e cagionamento doloso del dissesto.

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