Il Tirreno

Il personaggio

Cristina Bianchi, l’arbitro di nuoto che cova il sogno delle Olimpiadi

di Michele Falorni
Cristina Bianchi, l’arbitro di nuoto che cova il sogno delle Olimpiadi

È di ritorno dai Mondiali Junior alle Seychelles

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CECINA. Ha le idee ben chiare. «Ora sogno le olimpiadi». Di rientro dai Mondiali giovanili alle isole Seychelles, Cristina Bianchi traccia la rotta e racconta la sua esperienza di giudice internazionale di nuoto in acque libere, contesa tra la sua professione – segretaria al Cecina calcio – e i viaggi nel cuore e fuori dall’Europa per vedere e giudicare, scoprire e capire.

E pensare che tutto è iniziato per caso. «Accompagnavo mio fratello Cristiano in piscina, era il 1988 – racconta – mi sono incuriosita e mi sono iscritta al corso». Da quel giorno ha sempre frequentato l’ambiente del nuoto, studiando fino a diventare nel 2017 consigliere nazionale per le acque libere. Tradotto in termini calcistici, significa capo della commissione arbitri di quella specialità.

Il suo percorso è ricco di soddisfazioni: dal 1989 è giudice di nuoto e di sedia a pallanuoto, a cui si aggiungono mare, fiumi e bacini. Dal 2006 è giudice nazionale e tre anni dopo è diventata internazionale. Gli appuntamenti intanto si moltiplicano: due campionati del Mondo assoluti a Roma nel 2009 e a Barcellona nel 2013, tre Europei assoluti (Piombino 2012, Budapest 2021 e Roma quest’anno), tre Europei Junior (Piombino 2016, Marsiglia 2017 e Malta 2018), un’edizione dei Giochi del Mediterraneo a Pescara nel 2015, un Europeo Master (Roma 2022), sette competizioni di Coppa Len (gare del circuito europeo) e 13 italiani dal 2006 al 2022. Più il recente viaggio nell’oceano indiano, che per la prima volta l’ha vista mettersi alla prova nel Mondiale Junior (dove l’Italia è arrivata terza, dietro ai campioni ungheresi e agli Usa) .

«L’esperienza mi ha arricchita molto – racconta Cristina – l’esame Fina (la federazione internazionale, nda) fatto nel 2009 e confermato nel tempo, mi ha aperto la porta. Ma per svolgere questo lavoro serve passione oltre che competenza. Nel 2017 sono diventata consigliere federale del gruppo ufficiali di gara nazionale, gestendo così il settore degli arbitri nelle acque libere di tutta Italia. Con i miei colleghi mi occupo di formazione, affiancamento e approfondimento dei regolamenti nazionali». Basta per capire che, con profonda umiltà e conoscenza della materia, Bianchi ha raggiunto obiettivi prestigiosi. Senza mai perdere la sensibilità per capire cosa provano gli atleti al momento in cui si misurano con il cronometro, gli avversari e se stessi, concentrando in gara mesi di preparazione e tensione.

«Indossare la divisa da giudice – prosegue Cristina – mi ha insegnato la disciplina, il rispetto degli altri e del loro lavoro. Ho conosciuto i migliori del mondo, da Federica Pellegrini al nostro concittadino Dario Verani. Adoro lo sport perché unisce, crea percorsi di conoscenza e possibilità per stare insieme, sviluppando consapevolezza e autostima. Alle isole Seychelles, dov’ero l’unico arbitro europeo extra commissione Fina, ho visto nuotatori entusiasti e pronti a competere con naturalezza dopo lo stop imposto dalla pandemia – racconta – la loro gioia, trasmessa anche agli organizzatori e ai giudici, ha rasserenato ancora di più l’ambiente. L’Italia? È una delle nazionali più forti – conclude – ma sono tanti i Paesi che investono sul nuoto in acque libere, disciplina olimpica dal 2008».


 

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