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Cecina, mamma col sangue rarissimo: il parto diventa un caso di scuola

di Ilenia Reali

	Il primario Masoni
Il primario Masoni

Gli esami hanno evidenziato il pericolo per la madre (31 anni dell’Elba) in caso di emorragia: il percorso per evitare rischi. Parla il primario Stefano Masoni

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CECINA. Ha partorito un bellissimo bambino di 3,4 chilogrammi. Ma il suo parto è stato uno dei più “preparati” degli ultimi anni all’ospedale di Cecina. La donna, 31 anni, di Portoferraio, ha un rarissimo sottogruppo ematico e, in caso di perdita di sangue la sua vita sarebbe stata a rischio. E per questo lo staff del primario Stefano Masoni, direttore di ostetricia e ginecologia dell’Elba, Piombino e Cecina, ha messo a punto con la collega Elena Sardano, direttrice di immunoematologia e medicina trasfusionale di Livorno un percorso “nazionale”.

La donna si era recata all’ambulatorio di gravidanze a rischio di Portoferraio, qui gli esami hanno rilevato «un rarissimo sottogruppo ematico per cui la dottoressa Giulia Posar e il dottor Giovanni Gallo hanno attivato Sardano e Masoni per stabilire un piano di azione».

«Il problema – spiega Masoni – era che il 99,8% della popolazione esprime anticorpi verso quello specifico sottogruppo e quindi, in caso di necessità di sangue, è difficilissimo trovare un donatore compatibile. Nel dettaglio la donna ha il sangue del gruppo 0 positivo ma con il sottogruppo Lutheran. Di solito tutti noi ci fermiamo ai gruppi A, B, Ab e 0 ma ci sono sottogruppi che possono creare difficoltà nelle gravidanze per incompatibilità anche tra madre e figlio».

In questo caso specifico il rischio era che ci potessero essere conseguenze per la paziente anche in vista di future gravidanze e quindi era necessario ridurre al minimo le perdite di sangue per evitare trasfusioni e comunque avere a disposizione sangue compatibile al 100 per cento per poter operare in sicurezza.

«Per ridurre al minimo i rischi – spiega Masoni – si è convenuto di far partorire la paziente all’ospedale di Cecina e non all’Elba e di indurre il travaglio allo scadere delle 39 settimane. Sardano ha inoltre contattato la Banca di Emocomponenti di Gruppi Rari del Policlinico di Milano che ha reperito due sacche, inviate a Cecina e messe a disposizione in caso di necessità».

Nel frattempo sono state fatte tutte una serie di terapie per ridurre le eventuali emorragie, partorire il prima possibile e in sicurezza e «migliorare i globuli rossi». Il tutto inducendo il travaglio.

«Il parto – è sempre Masoni a parlare – per fortuna è avvenuto senza complicazioni e con una minima perdita di sangue. Grazie alle ostetriche Giumbini, Battaglini e Pippia e alla dottoressa Bucci, il bambino è venuto alla luce senza problemi. Mamma e figlio sono in ottime condizioni. E come struttura sanitaria abbiamo dimostrato come si riesca a lavorare in rete sia a livello di unità operativa, tra Cecina, Piombino ed Elba, sia in rete con il centro trasfusionale di Livorno che ci garantisce contatti con tutto il Paese».

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