Cecina, il controsoffitto della discordia: il murale di Schinasi è coperto
La figlia: «So che è stata richiesta una modifica ai lavori». È già successo che un’opera del pittore sia stata preclusa alla fruibilità pubblica
CECINA. Chi passa dalla stazione ferroviaria in queste settimane vedrà i lavori di rifacimento dell’edificio e del piazzale. Ma alzando lo sguardo a destra dell’ingresso, gli sarà impossibile non vedere l’intero murale di Daniel Schinasi “Il treno testimone delle vicende umane”. Il controsoffitto attorno alla nuova biglietteria - ancora in fase di allestimento - sta coprendo la parte superiore dell’opera, pregiudicandone la fruizione. In pratica del murale che ha come protagonista il treno, da una vista frontale, non si vedono i finestrini e le carrozze.
Schinasi, ebreo sefardita fondatore del neofuturismo, scomparso nel 2021, lo dipinse nell’atrio della stazione donandolo alla città nel 1987. Inaugurato il 25 aprile, il murale è un messaggio di pace perché rappresenta un treno che esce da Auschwitz e arriva a Roma, dove papa Giovanni Paolo II incontra il rabbino Elio Toaff, ed è ricco di personalità che hanno contribuito al dialogo - come papa Giovanni 23esimo e Tullia Zevi, presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane - testimoni come Primo Levi e artisti come Arturo Toscanini e Amedeo Modigliani. «Il murale, che abbiamo riprodotto in una copia a grandezza naturale, ha testimoniato la memoria dell’olocausto in vari paesi e in cerimonie ufficiali - afferma Sarah Schinasi, figlia del pittore, ritratta nell’opera con il fratello David e la madre Emanuela Natalini -. Babbo era una figura profetica, sempre portatore di pace». Per questo fin dall’avvio dei lavori di rifacimento della stazione, diretti da Gabriele Carpini per Rete Ferroviaria Italiana, la famiglia si è attivata per preservare il murale.
«Mi sono subito messa in contatto con loro per chiedere di metterlo in sicurezza e avevo avuto rassicurazioni in merito» racconta Sarah, che è regista lirica e vive a Madrid. Ma qualche settimana fa, passando dalla stazione, ha avuto una brutta sorpresa. «Ho visto quel controsoffitto che copriva la vista del treno – prosegue – ed è stato come uno shock. Ho contattato Rfi per avere spiegazioni, per fortuna c’è stata subito un’apertura. Dopo una verifica con il capocantiere e il direttore dei lavori mi hanno riferito di avere inviato richiesta di modifica del controsoffitto ai progettisti. Hanno confermato da poco che la variante è stata messa a budget e che prevedono di rialzare il controsoffitto e farlo arretrare fino a rendere l’opera visibile per intero dalla biglietteria». Per valorizzarla saranno applicati dei faretti.
È fiduciosa Sarah e anche la moglie del pittore, che mantengono profondi legami col territorio amato dall’artista. Purtroppo non è la prima volta che un murale di Schinasi viene precluso alla fruibilità pubblica: quello dipinto nella sala da gioco dell’ippodromo di Pisa nel 1971, uno dei primi dell’artista e lungo 42 metri, è rimasto coperto da una parete di cartongesso per 35 anni. Schinasi non se ne capacitava e, poco prima della scomparsa, lo denunciava: «Le opere d’arte non si possono coprire, è un atto irresponsabile e incosciente di chi ha fatto le modifiche». È come se Rfi avesse ascoltato il messaggio con una sensibilità diversa, gli effetti si vedranno nelle prossime settimane. Tra le opere oggetto di attenzione da parte della direzione dei lavori c’è anche la scultura della canina Lilla, realizzata da Antonio Carboni, che è stata rimossa dal primo binario e sarà ricollocata in stazione al termine dei lavori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA