Addio al dottor Adriano Vendramin, il medico sempre presente
Rosignano, i colleghi: «Era una persona competente e appassionata». Fissati i funerali
ROSIGNANO. Per quarant’anni è stato uno dei medici di famiglia di Rosignano dove ha vissuto per tutta la sua vita. A distinguerlo la disponibilità con i suoi pazienti, da cui si faceva trovare sempre. Il suo telefono, il fisso era sulle pagine bianche, non suonava mai a vuoto.
Se n’è andato Adriano Vendramin. Era ricoverato all’ospedale di Livorno per una grave malattia che lo aveva colpito da tempo. Settantadue anni, era andato in pensione due anni fa ma aveva continuato a dare consulenze, senza staccarsi dalla professione.
Studente del liceo scientifico Fermi, prima, e della facoltà di medicina all’Università di Pisa poi, si era specializzato in puericultura.
Con il dottor Guglielmo Bellofiore («ma per lui e per gli amici sono sempre stato Ghigo e voglio esserlo anche ricordandolo», dice) aveva condiviso tutta la carriera scolastica.
«Asilo, elementari, liceo. Tutto. Dove non arrivavo io, c’era lui e per tutta la vita ci siamo sostituiti, supportati, frequentati», racconta.
«Era un uomo dal carattere molto particolare. Aveva una grande sensibilità. Umile, semplice, non ostentava mai quello che conosceva ma era molto competente, sapeva tutto. Si formava continuamente e non aveva mai smesso di studiare. Era sempre formato su tutto le ultime novità. Aveva sempre avuto una grandissima passione per la professione».
I colleghi raccontano che non andava mai in vacanza.
Non si staccava da Rosignano per più di una giornata («Le sue passioni erano caccia e Fiorentina», dicono. «E poi c’erano la famiglia e il lavoro») perché aveva il piacere di fare il medico, di essere presente per i pazienti, di prendersene cura. Dice Bellofiore: «Mi sento di non omettere che era il più presente di tutti. Ha sempre garantito una continuità assistenziale straordinaria. Lavorava 365 giorni all’anno». Era un amicone. Quello che incontri al bar e saluta tutti e viene ricordato come uno dei punti di riferimento della compagnia di medici e di amici della comunità di Rosignano dove con un gruppo di colleghi aveva fondato un’associazione: un gruppo di colleghi e professionisti con cui si incontrava a cena ogni venerdì. Lui non mancava mai. Le cene e i dopocena, da almeno 15 anni, erano un appuntamento fisso, un modo per confrontarsi su quello che accadeva, sulle novità della sanità. Un modo per aggiornarsi e per non perdere i contatti con chi come lui amava quello che faceva.
Era un medico e un uomo vecchio stile. Nessuna passione per il digitale e le tecnologie ma tanto cuore ed esperienza.
Vendramin lascia la compagna Elide e tutta la comunità di Rosignano («Caletta era il suo centro del mondo, il suo punto di riferimento») di cui è parte della storia perché «è stato il medico, quello con la M maiuscola per tutta la vita».
La salma trasferita nel pomeriggio di ieri all’obitorio di Rosignano dal locale servizio di onoranze funebri della Pubblica Assistenza resterà lì fino alle 15 quando nella chiesa di Castiglioncello saranno celebrati i funerali.
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