Il Tirreno

Il caso

Vada, il tribunale straccia le multe ai due titolari dei Fichi Secchi

di Gabriele Buffoni

	L'esterno del locale a Vada
L'esterno del locale a Vada

I proprietari del locale avrebbero dovuto pagare oltre 8mila euro. E domenica un ringraziamento speciale

09 luglio 2024
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ROSIGNANO. Stracciati i verbali, annullate le ordinanze di pagamento. È una vittoria su tutta la linea per i Fichi Secchi di Vada, il locale di piazza Garibaldi finito nel mirino di segnalazioni ad Arpat e controlli da parte delle forze dell’ordine per il rumore prodotto dal chiacchiericcio della propria clientela tra la fine del 2022 e per tutto il 2023.

In quello che è il primo dei tanti fronti della cosiddetta “guerra dei rumori” che ha tenuto banco l’anno scorso nel centro della frazione vadese, i due giovani titolari del locale Federico Franchini e Filippo Bianco possono infine tirare un iniziale sospiro di sollievo: il Tribunale di Livorno, in primo grado, ha infatti emesso una sentenza netta. Al punto che, anche se il Comune di Rosignano aveva già annullato in auto-tutela (prima dell’udienza finale del processo) le ordinanze con cui aveva imposto il pagamento della maxi-multa ai due soci, il giudice Massimiliano Magliacani ha sottolineato la fondatezza delle motivazioni con cui i due proprietari del locale – assistiti dalle avvocate Luana Dettori e Alessandra Natale dello studio Ndc di Livorno – si erano opposti alle ordinanze. Condannado il Comune a rimborsare circa 2mila euro di spese legali.

La vicenda

Sia Franchini che Bianco erano stati multati per una somma che complessivamente superava gli 8mila euro. Una stangata, considerando che i verbali consegnati a ciascuno dei due soci riguardavano un unico controllo in cui gli agenti della polizia di Stato avevano accertato che il locale alle 23,25 era ancora aperto con numerosi avventori «sia all’interno che all’esterno del locale in violazione dell’ordinanza sindacale del 21 marzo 2023». Un atto con cui l’amministrazione sanciva l’obbligo di chiusura, per i Fichi Secchi, alle ore 23.

Un’imposizione particolarmente restrittiva da parte del Comune, soprattutto per un locale che ha nella movida serale il cuore della sua clientela. Ma che fu conseguenza delle analisi fonometriche operate da Arpat, sollecitata da alcuni residenti del centro di Vada, nella seconda metà del 2022: i risultati rilevarono infatti valori al di sopra del limite consentito dal piano acustico della zona. Così il 21 marzo l’amministrazione allora guidata da Daniele Donati fissò l’orario di chiusura alle 23 in attesa che i titolari ottemperassero agli obblighi per la valutazione di impatto acustico richiesta. Ma la sera stessa dell’invio dei documenti necessari in Comune – il 21 aprile 2023 – la pattuglia della polizia di Stato passò a controllare in piazza Garibaldi. Notando persone sul marciapiede fuori dai Fichi Secchi e reputando quindi che il locale fosse ancora aperto.

Il processo

Le ordinanze di pagamento emesse dal Comune di Rosignano a fine luglio 2023, in seguito alla contestazione del verbale del commissariato, furono subito impugnate in Tribunale dai due titolari dei Fichi Secchi. E oggi, a distanza di quasi un anno, il Tribunale di Livorno ha dato loro ragione. Non solo perché le ordinanze sono state annullate dalla stessa amministrazione pochi giorni prima della sentenza, ma perché quanto verbalizzato dai poliziotti la sera stessa del controllo è stato dichiarato inammissibile.

La multa da oltre 4mila euro infatti fu imputata sia a Franchini che a Bianco ma quella sera del 21 aprile nessuno dei due era presente al locale. Quindi non sono state rilevate «prove sufficienti della responsabilità» dei due soci per quanto avvenuto. Non solo, la motivazione segnalata nei verbali dagli agenti (che sostennero che la multa non fu contestata immediatamente «per motivi di opportunità legati all’ordine e alla sicurezza pubblica») è stata ritenuta dal giudice «irrazionale, inaccettabile e contrastante con il dovere legale degli agenti di pubblica sicurezza» che, se riscontrato un problema di ordine pubblico, avrebbero dovuto intervenire subito. E anche il fatto di aver notato la presenza di avventori fuori e dentro il locale per il giudice «è del tutto equivoco» in quanto gli indizi raccolti non sono sufficienti a verificare che quanto riportato dagli agenti fosse corrispondente alla realtà. Infine, avendo i titolari dei Fichi Secchi presentato la Viac il giorno stesso del controllo, il limite di chiusura non era più da considerarsi attivo.

Una battaglia in corso

Quella sul maxi-verbali è però solo una delle battaglie legali che vedono in prima linea i due titolari dei Fichi Secchi. Il 19 settembre si terrà infatti l’udienza sul risarcimento da 160mila euro pretesi dagli autori delle segnalazioni ad Arpat per danni biologici, patrimoniali e morali. In questo caso il giudice ha invitato le parti a tentare la strada dell’accordo transattivo e, attualmente, sono in corso le trattative per valutare la validità di questa soluzione alla vicenda. 


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