Cecina, cittadini puliscono il bosco per difenderlo dagli spacciatori
I volontari armati di sacchi e guanti si danno da fare per rimuovere i rifiuti
CECINA. Sono i boschi lungo la provinciale che da Cecina porta a Montescudaio, all’altezza della curva prima del salumificio Sandri. Quelli lungo la strada che va da Cecina a Guardistallo, superato il primo campeggio. E sulla strada per Casale, poco prima del Robin Hood. Sono i luoghi dello spaccio, noti ormai a tutti, frequentatissimi. Da qualche tempo a questa parte la domenica mattina c’è un gruppo di volontari armati di sacchi e guanti che si danno da fare per ripulire i boschi da tutta l’immondizia abbandonata da spacciatori e clienti. Sono i Trashers Colli Marittimi, nati con l’obiettivo di “riappropriarsi” di questi luoghi ma anche di sensibilizzare rispetto a quello che avviene da queste parti. Usano i social per documentare quanti rifiuti raccolgono, ma anche per raccontare cosa trovano: veri e propri accampamenti, decine e decine di batterie di auto, utilizzate dagli spacciatori per accendere luci e ricaricare i cellulari.
Nel corso dei sopralluoghi e delle operazioni di pulizia i volontari si sono imbattuti spesso nei “clienti” di questo supermercato della droga a cielo aperto. «Abbiamo visto coppie che andavano a comprare la cocaina portandosi dietro i figli, probabilmente per non destare sospetti. Un padre anziano che accompagnava in auto il figlio quarantenne a fare rifornimento. Persone che arrivano in taxi o che abbandonano la macchina in mezzo alla strada per poter andare via velocemente. File di auto come se fossero in fila al drive-through, inversioni a U come non ci fosse un domani e gente che s'immette in strada dopo il pit stop pensando di essere all'Autodromo di Monza».
Nei boschi i Trashers rinvengono veri e propri accampamenti. «Sembra che gli spacciatori si siano divisi le zone. Troviamo tende di fortuna, batterie spaccate per utilizzare il liquido all’interno e tagliare la droga. Buste della spesa e di vestiti che vengono portati dai clienti in cambio della droga». E qualche volta ci sono stati anche incontri - scontri. «Ci sono bivacchi abbandonati e altri no. A volte – racconta uno dei volontari più attivi, Vittorio Cotronei –, siamo andati per buttare giù la tenda pensando che non fosse attiva e invece sono usciti gli occupanti, quasi tutti di origine nordafricana, brandendo macheti e armi da taglio». L’ultima missione i Trashers l’hanno fatta domenica scorsa a Casale, in località L’Orso. «Siamo partiti da lato Cecina e siamo risaliti su verso Casale, ripulendo i cigli della strada fino al luogo di spaccio. L'accumulo di rifiuti datati era davvero impressionante - scrive nel bollettino Enrico Fedeli, tra i promotori dell’iniziativa –, a tratti sconfortante». Il bilancio finale è stato di 23 sacconi neri e diversi ingombranti. «Abbiamo trovato le solite batterie rinvenute per puro caso perché ben nascoste. Abbiamo realizzato una specie di diga totalmente green proprio dove avviene la compravendita: sicuramente non servirà a nulla, ma è pur sempre un segnale di contrarietà contro questo fenomeno che attanaglia i nostri boschi e a cui noi non restiamo indifferenti». Quello che intendono combattere con la loro azione dopotutto è proprio questo: l’indifferenza. «Tutto oramai avviene nella più totale impunità: gli spacciatori sono organizzatissimi e i clienti, anche in nostra presenza, arrivano in tranquillità per rifornirsi».
I rifiuti abbandonati sono praticamente tutti riconducibili al giro di spaccio. E tutti sanno. «Questo comporta sporcizia, degrado e una viabilità pericolosa. L’unica soluzione – ribadisce Cotronei – sono le telecamere, quelle alte, come sulla 206, che hanno un raggio d'azione di un centinaio di metri. Ne basterebbero tre per comune, nei posti cruciali. Continuiamo a trovare grandi quantità di materiale in luoghi che avevamo già pulito a fondo da meno di un anno».
Sembra una lotta contro i mulini a vento, ma loro non si arrendono, anzi intensificano le loro operazioni di pulizia.