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Sanità

Meno ambulanze con medico, più automediche e infermieri: prima ipotesi di riorganizzazione a Cecina

Meno ambulanze con medico, più automediche e infermieri: prima ipotesi di riorganizzazione a Cecina

Un dottore e un infermiere saranno all’ospedale per supportare il pronto soccorso

24 febbraio 2023
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CECINA. La chiamano ipotesi tecnica, quindi niente di ufficiale e nessuno intende ancora esporsi. Ma di fatto una bozza di piano per la riorganizzazione dei servizi di emergenza sanitaria sul territorio esiste, anche se nessuno ne parla, e l'Asl l'ha già messa sul tavolo di associazioni di volontariato e sindaci provocando le prime reazioni che hanno portato ad un nulla di fatto e alla necessità di rivederlo per evitare possibili scontri e sollevazioni. Come cambierà il servizio? Le linee guida regionali in questo senso erano piuttosto chiare, con numeri messi nero su bianco sebbene da distribuire su tutto il territorio toscano.

Il risultato in parole povere dovrà essere: meno ambulanze con medico, più ambulanze con infermiere, più automediche, tutto a parità di risorse e garantendo l'efficacia e la sicurezza del servizio. Un'alchimia affatto semplice da ottenere.

L'ipotesi tecnica per il nostro territorio prevede proprio questo. Addio alle due ambulanze con medico che attualmente stazionano alla sede della Pubblica Assistenza di Rosignano e a quella di Cecina. "Già due medicalizzate sono più di quello che i parametri prevederebbero per questo territorio" aveva avvisato l'Asl nel corso dell'audit convocato dal sindaco Samuele Lippi il mese scorso. Arriveranno, sembra, (ma i tempi sono tutti da definire) un'automedica che farà base all'ospedale di Cecina, con il medico e l'infermiere chiamati a supportare i colleghi del Pronto Soccorso quando non sono impegnati in uscite, e due ambulanze infermieristiche, una a Rosignano e una a Cecina. Questa sembra sia l'ipotesi prospettata ma che nessuno al momento conferma. Anche perché, come si può ben immaginare, risulterebbe difficilmente digeribile. Da due medici attuali si passerebbe ad uno solo per coprire un territorio che va da Castiglioncello a Donoratico, lato costa, e da Pastina a Sassetta, lato colline, arrivando come punta a Saline.

Tanti chilometri quadrati, una viabilità complicata e il fattore turismo che fa crescere esponenzialmente il bacino d'utenza: solo Castagneto, San Vincenzo e Bibbona fanno in estate 3 milioni di presenze certificate. Le difficoltà di attuazione di una simile ipotesi sono molte. Innanzitutto l'opposizione che intendono fare associazioni di volontariato (Anpas aveva già annunciato uno «scontro duro» in caso di perdita delle due postazioni medicalizzate) e sindaci, in particolare quelli delle zone periferiche.

Un esempio

Un esempio pratico di cosa potrebbe succedere con un solo medico per tutto il territorio? In caso di decesso la constatazione deve essere fatta dal medico mentre l'infermiere deve attendere il suo arrivo. Automedica a Pastina, nel comune di Santa Luce, chiamata per l'ambulanza infermieristica di Donoratico a Monteverdi: in caso di decesso l'ambulanza infermieristica potrebbe dover restare bloccata in attesa del medico di ritorno da Pastina, lasciando ulteriormente scoperto il territorio. Poi la sostenibilità economica che deve essere, da delibera regionale, senza impiego di ulteriori risorse. Due medici e due mezzi dovranno infatti essere sostituiti da 3 mezzi, un medico e tre infermieri: il rischio quindi è che le risorse da impiegare siano più di quelle utilizzate finora perché alla fine dei conti i sanitari e i mezzi saranno più di quelli di prima Infermieri che dovranno essere comunque trovati e/o formati per l'emergenza in numero sufficiente per coprire tutti i turni. Allo stesso tempo i medici dell'emergenza mancano: solo a Livorno le dimissioni di altri due medico dal 118 farà sì con molta probabilità che saranno comunque chiamati infermieri a coprire i loro turni.

Cosa succederà?

Il piano deve ancora essere presentato ufficialmente, sono già in corso trattative ma la coperta è corta e dovrà essere trovato un compromesso tra tutti i soggetti coinvolti, comprese le associazioni di volontariato che "sopravvivono" grazie alle entrate del trasporto sanitario. Questo territorio potrebbe alla fine ottenere un'ambulanza medicalizzata al posto di quella infermieristica a Rosignano in virtù della presenza di un polo industriale come la Solvay, che già fino a adesso ha permesso di avere un medico in più rispetto a quanto previsto dai parametri. Un'ulteriore trattativa riguarderà probabilmente il potenziamento estivo, che prevedeva finora l'attivazione di un'ambulanza a Donoratico, con medico ma che finiva per essere coperta quasi costantemente da infermieri. Nessuno parla al momento, segno che lavori sono in corso.

La deadline è fissata a 120 giorni dalla delibera regionale, firmata a dicembre, ma attuare la riorganizzazione entro aprile appare al momento quantomeno complicato.

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