Il Tirreno

Il finanziamento

Dalla Regione 1,3 milioni di euro per i progetti del Polo Magona

Dalla Regione 1,3 milioni di euro per i progetti del Polo Magona

Le risorse serviranno per studiare un processo sostenibile di essiccamento dei fanghi e per garantire una “vita di scaffale” più lunga per l’olio d’oliva che arriva nelle tavole

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CECINA. Due progetti di ricerca e sviluppo a cui ha partecipato il Consorzio polo tecnologico Magona hanno ottenuto il finanziamento della Regione Toscana per un importo superiore a 1,3 milioni complessivi. È lo stesso Consorzio ad annunciare l’ottenimento delle risorse regionali, avvenuto in seguito allo scorrimento delle graduatorie.

I due progetti sono “ZeroDry” (Sviluppo prototipale e ottimizzazione di un processo di essiccamento indiretto di fanghi e digestati a zero emissioni) presentato sul bando “progetti di ricerca e sviluppo delle Mpmi” e “Long life oil (Sviluppo di tecnologie innovative per il prolungamento della shelf-life (vita di scaffale) e il mantenimento di un'elevata qualità nutrizionale e sensoriale dell'olio di oliva) presentato sul bando “Progetti strategici di ricerca e sviluppo”.

Zero Dry ha un costo complessivo di 1.494.708 euro e riceverà un contributo regionale pari a 672.618 euro. Il suo scopo, ricostruiscono dal Consorzio polo tecnologico Magona, è sviluppare un processo di essiccamento indiretto di fanghi di depurazione e digestati, «senza produrre – spiegano dal Polo – né emissioni gassose nocive e odorigene, né reflui acquosi, con consumi energetici minimizzati. Questa tecnologia è la soluzione a una delle problematiche più importanti a livello ambientale rivoluzionando il settore del trattamento di rifiuti».

Il capofila Raft srl collaborerà per tale progetto con due partner industriali, Sintesi Impianti srl e Free Space Srl che operano rispettivamente nei campi dell’automazione e controllo e nel campo della generazione, controllo e trasferimento dei segnali, e di due organismi di ricerca, il Consorzio polo tecnologico Magona ed il dipartimento di ingegneria dell'informazione dell’Università di Pisa.

“Long life oil” costa invece 1.797.259 euro coperti parzialmente con il contributo regionale da 668.241 euro. Il suo scopo è l’introduzione di importanti innovazioni nel ciclo produttivo e commerciale dell’olio di oliva allo scopo di incrementarne shelf-life (vita di scaffale) e qualità in termini organolettici e di sicurezza alimentare. «Relativamente alle fasi di stoccaggio, imbottigliamento, commercializzazione, è prevista la progettazione del tipo e del materiale del packaging e dell’utilizzo di atmosfere controllate e di dispositivi innovativi di monitoraggio dei parametri di conservazione – spiegano dal Consorzio – Un secondo livello di intervento riguarda l’ottimizzazione del processo di raffinazione. Si prevedono in entrambi i casi una fase sperimentale su scala prototipale, interventi su scala industriale e una valutazione tecnico-economica dell’introduzione delle innovazioni. I miglioramenti ottenuti saranno l’opportunità per una nuova linea di prodotti unica su scala globale. Il raggiungimento degli obiettivi consentirà di efficientare i processi dal punto di vista ambientale e dei costi operativi. Gli impianti sviluppati saranno corredati dalla più avanzata sensoristica per il controllo e il monitoraggio del processo e saranno sviluppate etichette smart che permettano il monitoraggio dei parametri relativi alla conservazione del prodotto».Il capofila del progetto è Salov Spa, leader nella produzione e commercializzazione di oli alimentari, collaborerà con tre partner industriali, Sintecnica Engineering Srl, Enertech, Bioclass Srl che operano nei settori della progettazione e realizzazione di impianti e apparecchiature industriali, e due organismi di ricerca, il dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa e Consorzio polo tecnologico Magona».

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