Dalla costruzione all’uso, i serbatoi criogenici HVM
L’azienda, tra le cento migliori della toscana, è rinomata anche all’estero
Lungimiranza, competenza, desiderio di crescere dal punto di vista professionale. Questi tre aspetti ben raccontano il percorso di David Fedi, fondatore e titolare dell’azienda HVM di Livorno. Un’eccellenza toscana - dal momento che per due anni consecutivi ha ricevuto il premio come azienda tra le 100 migliori della regione. Grazie all’affermazione oltre i confini nazionali oggi HVM è diventata leader nella costruzione e manutenzione di serbatoi criogenici trasportabili e non, destinati a diversi settori e utilizzi. Una storia importante e di successo, di cui abbiamo ripercorso le tappe più significative insieme al fondatore, che attualmente, dopo un paio di passaggi intermedi che hanno visto il coinvolgimento anche di altri soci detiene la maggioranza delle quote.
L’ascesa
“Nel 1991 avevo avviato un’azienda unipersonale che si occupava del collaudo e manutenzione delle bombole per gas compressi. “Collaboravo con un grosso gruppo internazionale, leader nella produzione e distribuzione di gas-tecnici ed è qui che è ha avuto luogo la prima svolta professionale: l’azienda mi aveva chiesto di occuparmi anche della riparazione di recipienti criogenici.
Questa decisione specifica David Fedi nasceva dal fatto che, fino a quel momento, tale attività veniva esternalizzata negli Stati Uniti, con costi ovviamente molto esosi e importanti”. Un’ulteriore mansione, quindi, che ha consentito al fondatore della livornese HVM di iniziare a maturare competenze e conoscenze specifiche nell’ambito dei contenitori di ossigeno liquido, delle quali farà tesoro nel 2010. In quell’anno, vista l’importanza del servizio, il know-how che cresceva, forte dell’esperienza maturata e la necessità anche da parte di altri operatori del mercato, decisi di fare il primo investimento importante in un nuovo capannone fondando cosi HVM, acronimo di “High Vacuum Maintenance”.
Un balzo in avanti che ha permesso alla neonata realtà livornese di presentarsi sul mercato al di fuori della realtà che fino a quel momento copriva. Fedi afferma che: “Dal 2010, HVM non si è più solo occupata di manutenzione ma ha deciso di progettare, costruire, certificare e commercializzare i primi serbatoi criogenici medicali destinati all’ossigenoterapia: Oxyblu (unità fissa) e Oxylight (unità mobile), oggi i primi criogenici con integrazione della telemetria per controllo remoto della terapia. Una decisione che si è trasformata in opportunità e vista ad oggi vincente. Ricordo che l’azienda ha supportato, con grande sforzo produttivo, gli operatori sanitari nazionali e internazionali distribuendo in pochi mesi migliaia di serbatoi medicali che sono stati utilizzati in aiuto della eccezionale richiesta di ossigeno per terapie destinate ai pazienti colpiti da COVID. Ma voglio anche sottolineare che HVM spazia in molteplici settori industriali. Oggi HVM è considerata non un semplice fornitore ma un vero e proprio partner affidabile”. Un grande traguardo, quello raggiunto dall’eccellenza toscana: “arrivare sul mercato italiano ed estero - abbracciando anche realtà nel Sud America come Brasile, Colombia, Argentina, Cile… India - con proposte di livello e dagli standard qualitativi elevati che ci rendono orgogliosi e ci impegnano ancora di più nell’affrontare un futuro pieno di sfide e di opportunità”, conclude David Fedi.
Oxyblu unità fissa e OxyLight unità mobile per i pazienti in ossigenoterapia
Con il termine ‘criogenia’ (di etimologia greca) si indica il processo di raffreddamento della materia a temperature estremamente basse, solitamente inferiori ai -150°. Una volta raggiunti questi valori, la materia entra in uno stato chiamato appunto ‘cryos’, dove le molecole rallentano i movimenti e si dispongono in modo diverso, più regolare. I fluidi e i materiali immagazzinati devono quindi essere stoccati, trasportati e utilizzati nella totale sicurezza, sia per garantire l’integrità del contenuto sia per l’incolumità delle persone: i liquidi criogenici sono altamente volatili e possono causare, se non maneggiati con cura, gravi ustioni. HVM da anni risponde a queste esigenze di un mercato eterogeneo che abbraccia i settori medicale, criobiologia, automotive, industriale, dei trasporti e tanto altro. Le prime produzioni di OxyBlu e OxyLight sono state realizzate nel 2012 dall’azienda di David Fedi. “Il primo è un serbatoio fisso per un utilizzo in ossigeno liquido medicale, il secondo un’unità portatile mobile che consente ai pazienti di spostarsi durante la somministrazione della terapia”. Rimanendo in ambito medicale, HVM adesso si appresta ad affrontare una sfida rivoluzionaria: “Intendiamo produrre e commercializzare, non appena avremo terminate le varie certificazioni medicali, gli autoproduttori di ossigeno fissi e mobili per applicazione in ossigenoterapia.
Siamo in attesa dell’approvazione finale del piano regolatore della città di Livorno per iniziare la costruzione di 10.000 nuovi metri quadri produttivi attraverso investimenti molto importanti”, anticipa Fedi, fondatore di HVM.
Dentro il capannone di 9mila mq realizzati 25mila sistemi annui
Non solo le tappe cronologiche, ma anche i numeri descrivono in maniera puntuale quanto l’azienda toscana sia cresciuta nell’arco di questi 35 anni, considerando il punto di partenza del fondatore David Fedi. Che racconta: “Ad oggi, HVM costruisce 25mila sistemi criogenici all’anno, ai quali si sommano 15mila sistemi di riparazione”. Come già spiegato, da 15 anni la realtà imprenditoriale gestisce internamente tutta la filiera relativa ai serbatoi: riparazione, taglio, saldatura e, ovviamente, manutenzione e collaudi degli stessi secondo le normative vigenti. “Questo è stato reso possibile grazie ai nostri numerosi robot, alle nostre numerose macchine a controllo numerico e ai nostri laser e piega”, specifica Fedi. La sede si trova in via Teresa Mattei 10, a Livorno, all’interno di uno stabilimento di circa 9 mila metri quadri calpestabili. “Il nostro organico attualmente è composto da oltre 100 collaboratori e puntiamo, nell’arco di pochi anni, a poter assumere altre numerose persone”. Una cosa importante vorrei sottolineare: tutto questo è stato reso possibile grazie ai nostri collaboratori che giornalmente si impegnano nel raggiungere obbiettivi sempre più di qualità.
Sinergie virtuose con enti europei e internazionali
“Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina di tre anni fa, l’utilizzo del metano si è arenato: ora la situazione sembra che si stia riprendendo, soprattutto per quanto riguarda il biometano. Tenendo presente quest’aspetto e in un’ottica di continua crescita aziendale, siamo in contatto con importanti partner europei per individuare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze e alle richieste del mercato dell’automotive, voglio ricordare anche l’apertura di una joint venture di maggioranza in India”, afferma David Fedi.
Serbatoio HVM di metano liquido sui treni
Il fatto che la realtà imprenditoriale livornese sia considerata un partner affidabile e non solo un fornitore di servizi, è dimostrato anche da importanti sinergie strette con colossi nazionali ed esteri.
Dalle rotaie alla strada
“Per noi è motivo di soddisfazione e di orgoglio - ammette David Fedi - l’essere stati a fianco di Snam, Hitachi e Fondazione FS Italiane per lo sviluppo del primo progetto di installazione di serbatoio per metano liquido su treni”.
Un grande risultato, che riguarda l’utilizzo della criogenia nel settore dei trasporti a più ampio raggio, non solo per quanto riguarda l’automotive. In questo contesto si inserisce anche la collaborazione che HVM ha instaurato con costruttori di mezzi da traporto urbano i quali distribuiscono i propri mezzi su amministrazioni locali, come quelle friulane, modenesi, bolognesi e altro.
Non in ultimo, l’impresa livornese sta lavorando per creare nuove condizioni affinché sia possibile tornare alle installazioni su camion.
Questo non solo conferma la lungimiranza di HVM, ma anche il suo ruolo di prim’ordine nell’ambito della transizione green.
Per informazioni:
www.hmv-li.com

