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Il morbo dell’astensionismo

di Giuseppe Boi
Il morbo dell’astensionismo

Il sondaggio di Emg sulle intenzioni di voto in esclusiva per Il Tirreno se si votasse domani il 47% degli elettori non si recherebbe alle urne

12 dicembre 2023
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FdI tra il 27 e il 29 per cento e il Pd tra il 18 e il 19,5. Seguono il Movimento 5 Stelle (16,5-17,5), Forza Italia (8-9) e la Lega (7,5-8,5). Sono le intenzioni di voto rilevate da Emg che Il Tirreno pubblica in esclusiva. Dalle elezioni del 25 settembre 2022 è trascorso poco più di un anno, ma Emg fotografa un quadro sostanzialmente in linea con quello delle ultime elezioni politiche. Eccetto un dato, il più preoccupante: se domani si andasse a votare, il 47% degli italiani diserterebbe le urne. «Anche le esperienze delle ultime tornate elettorali confermano che c’è una forte tendenza al calo della partecipazione», conferma Fabrizio Masia, noto sondaggista e amministratore delegato dell’istituto di ricerca.

Rispetto a 14 mesi fa, tuttavia, le file di chi non è intenzionato a votare sembrano ingrossarsi. «Questo – prosegue Masia – probabilmente può essere interpretato come un segnale di grande delusione dell’elettorato nel suo complesso, ma soprattutto tra i giovani, alle sempre più difficili risposte della politica a prescindere dal fatto che il governo sia di destra o sia di sinistra. Penso e temo che l’affluenza alle prossime Europee si fermerà intorno al 50%. A meno di novità che ad ora faccio fatica a individuare».

L’assenza di temi capaci di scaldare l’elettorato si riflettono sulle intenzioni di voto. Di fatto sembra che la dinamica porti a un mantenimento dello status quo. «Bisogna però capire quali saranno le alleanze future – aggiunge il sondaggista –. Il centrodestra oggi sarebbe intorno al 46%, mentre Pd e Movimento 5 stelle insieme si assestano intorno al 35. Poi c’è anche +Europa e si va al 37. Penso che se ci fosse un’alleanza tra Schlein e Conte, per i giochi dei collegi e del riparto proporzionale, potrebbe configurarsi una non maggioranza o una maggioranza con numeri molto limitati».

Un quadro che assegnerebbe un ruolo chiave ai partiti di centro, in particolare ad Azione e Italia Viva. «Bisogna vedere se Calenda accetta di correre con il M5s e poi c’è l’incognita Renzi – sottolinea Masia –. In ogni caso per loro è decisiva la partita delle Europee e la corsa al superamento della soglia del 4%. Avere un rappresentante al parlamento europeo sarebbe un grande successo e avrebbe un peso».

Insomma, per il centro le Europee possono essere un’occasione per ritagliarsi uno spazio. «Il centro esiste eccome in Italia – sottolinea l’ad di Emg –, sono le leggi elettorali che spingono a una polarizzazione e portano i centristi a dividersi». Una polarizzazione che porta a estremizzare anche i temi, come la Lega che ha già cominciato la campagna elettorale per le Europee puntando sul sovranismo identitario. «Secondo me è un tentativo di superare a destra Fratelli d’Italia e di recuperare aree novax e quant’altro – è il giudizio di Masia –. Il target di Salvini sembra questo, ma la parte più moderata della Lega potrebbe non vederlo di buon occhio. Al momento, a livello sondaggistico, questa linea non paga».

Al di là della Lega, il tema per tutti è trovare temi capaci di riportare gli italiani alle urne. «Rispetto alla fluidità che abbiamo visto in passato – conclude Masia –, come il M5s che raggiunge il 36% alle politiche o la Lega il 34 alle Europee, se il consenso non si è mosso significa che non sono state messe in campo delle idee da parte dell’opposizione, o politiche di governo da parte della maggioranza, capaci di determinare un cambio di passo nell’acquisizione dei voti».

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