Il Tirreno

Versilia

Con Ponsi si vince: tutta la famiglia festeggia a Modena la promozione in B del talento versiliese

Massimo Guidi
Foto di gruppo per Ponsi e famiglia per la festa promozione al Braglia
Foto di gruppo per Ponsi e famiglia per la festa promozione al Braglia

Il giovane terzino ha vinto il campionato dopo avere alzato tre Coppe Italia Primavera in viola: «La svolta? Quando abbiamo infilato 12 vittorie di fila»

26 aprile 2022
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VIAREGGIO. C’era una buona parte della sua famiglia a fare festa con Fabio Ponsi sabato pomeriggio sul prato del “Braglia” di Modena. Da mamma Paola, la sua tifosa numero uno che quest anno si è persa al massimo un paio di partite del suo bimbo, a papà Nicola anche lui appassionato di calcio, magari un po’meno di Paola che è cresciuta in casa a pane e calcio. Poi la sorella Silvia, che ha praticato il volley e che ha approfittato per andare a vedere il giorno dopo la semifinale tra Modena e Trento, la fidanzata Arianna e anche i cugini Yago (figlio di Cristiana, sorella di Paola) , arrivato appositamente dalla Spagna, e Ricky (Rickler), figlio di Ariella che se ne è andata prematuramente qualche anno fa, tornato per l’occasione a Modena dove aveva giocato una decina di anni fa.

Tutti per condividere con Fabio il giorno più atteso e forse anche il più bello per il 21 enne ragazzo viareggino, nipote di Gianfranco Dell’Innocenti, terzino ambidestro di buone prospettive. Uno abituato a vincere, come certificano le tre coppe Italia con la Primavera della Fiorentina e l’argento con la Nazionale agli Europei under 17. Tutto bello, ma vuoi mettere vincere un campionato vero dove ti trovi di fronte soprattutto vecchi bucanieri dei campi di calcio che fanno di tutto per gabbarti?

Ponsi, qual è la differenza tra questo successo e quelli ottenuti nelle categorie giovanili?

«Premesso che vincere è sempre bello, direi che non ci sono paragoni. Nelle squadre giovanili giochi parecchio per te, per metterti in mostra. In un campionato professionistico ti senti più responsabile perché rappresenti una città ed una tifoseria che come quella modenese ci ha sempre seguito con grande passione».

Oltretutto ha dovuto vivere gli ultimi decisivi 90’ dalla tribuna.

«Purtroppo a Gubbio mi ero preso un cartellino giallo che aveva fatto scattare la squalifica. Ho sofferto molto dipiù che stando in campo o in panchina».

Cosa le rimane di questa sua prima stagione in un campionato dei grandi?

«È stato un anno dove ho imparato veramente tanto. Oltre che a livello tecnico e fisico, anche nel modo di comportarsi in campo quando ti trovi di fronte avversari esperti che leggono l’azione in anticipo rispetto ad un giovane».

Come si è trovato nel nuovo spogliatoio?

«Bene: la forza di questo gruppo ci ha portato alla vittoria. Non ci sono divisioni interne e ci vediamo spesso anche fuori dal campo».

Una stagione nata con la mancata conferma da parte della Fiorentina. Come aveva vissuto la vicenda?

«Un po’ avevo creduto di poter rimanere. Qualche volta ero stato con la prima squadra perché Iachini mi apprezzava. Speravo magari di fare qualchminuto nell’ultima di campionato. Ma d’altra parte quando fai parte di una formazione Primavera di una squadra di serie A devi essere preparato, nella maggior parte dei casi ad andare a giocare in B o in C o magari anche in serie D».

Cosa l’ha convinta ad accettare il Modena?

«Il diesse Vaira che è di Carrara mi conosceva e mi voleva già portare a Siena. Poi non se ne fece di niente causa i problemi societari di quel club. Avrei potuto aspettare magari una chiamata da una società di serie B ma ho preferito accettare il Modena perché mi ha voluto fino dalle prime battute del mercato estivo».

Anche se sapeva che trovare spazio in una squadra che puntava in alto non sarebbe stato facile.

«Ne ero cosciente. Sapevo di andare a giocare in una squadra composta da giocatori forti e d’esperienza in un girone difficile. Comunque ho avuto modo di fare un buon minutaggio e sono contento perché Tesser mi ha sempre tenuto in considerazione».

È sempre stato convinto che il Modena potesse vincere il campionato?

«Il girone era difficile, con squadre retrocesse dalla serie B ma siamo sempre stati coscienti che ce la potevamo fare. La svolta? Quando abbiamo infilato 12 vittorie di fila».

Domanda scontata ma d’obbligo: a chi dedica il successo?

«Non voglio passare per sdolcinato ma dico alla mia famiglia».

A festeggiare in campo anche suo cugino che anni fa aveva calpestato quel prato.

«Sono contento che ci fosse anche lui. È stata l’occasione per tornare in campo dopo tanto tempo».

I riflettori sono ancora accesi sulla vostra impresa ma è inevitabile pensare al futuro. Resterà a Modena?

«Me lo auguro perché un ambiente dove sono stato molto bene».

Ha frequentato tutte le nazionali dalla under 17 in avanti. Prossima maglia azzurra quella dell’under 21?

«È un obiettivo importante. Chiaramente per arrivarci devo giocare con continuità. Ma ora è presto per pensare a queste cose».
 

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