Gemignani, il terzino che rovescia il mondo: «Con i miei gol porto in alto il Viareggio»
Nell’ultima vittoria il difensore ha segnato una doppietta. «Dedico la prodezza ad Ale che lotta in ospedale e a un amico che non c’è più»
Massimo Guidi
VIAREGGIO. Segnare un gol per un difensore è sempre merce rara. Se poi in una partita riesce a farne addirittura due allora è evidente che la vetrina gli spetta di diritto. E questa settimana i nostri fari sono puntati su Michele Gemignani intercity della corsia mancina del Viareggio, all’occorrenza anche difensore centrale, autore della doppietta che ha spianato la strada al successo della formazione bianconera ora solitaria capolista del girone A della Seconda Categoria. Da cineteca il primo dei due gol realizzato con una perfetta rovesciata a centro area che non ha lasciato scampo al portiere della Fivizzanese. Un gesto atletico che nel calcio, a tutte le latitudini, suscita sempre ammirazione nei confronti di chi lo esegue, ma che per Michele risulta essere quasi automatico, retaggio dell’attività estiva nel beach soccer che svolge col Viareggio. E con il quale si è tolto tante soddisfazioni vincendo tutto quello che c’era da vincere.
Ventinove anni compiuti lo scorso ottobre, viareggino, ha iniziato a giocare a calcio a dieci, un po’ più tardi rispetto ai suoi compagni, causa a un problema ad una gamba che lo aveva costretto anche ad un intervento chirurgico. Croce Verde, Lido di Camaiore e Capezzano le sue prima squadre nelle giovanili. Poi Camaiore, Porcari, Bozzano, Lucca Calcio e Massarosa tra i dilettanti. Fino all’approdo, sognato fino da bambino, la passata stagione alla squadra della sua città.
Aveva mai segnato due reti nella stessa gara?
«Non mi era capitato. Qualche rete l’ho sempre realizzate ma due insieme mai. E sono contento che l’exploit sia arrivato proprio vestendo la maglia della squadra della mia città».
Inutile dire che la prodezza merita una dedica.
«La dedica è per Federico Paris mio grande amico morto quattro anni fa ma anche ad Alessandro il ragazzo che fa parte degli Ultras che sta lottando per la vita in ospedale e al quale auguro di tornare presto a vederci giocare».
Ci racconta il primo gol, quello segnato in rovesciata. Un gesto non del tutto casuale.
«Per chi come me pratica il beach soccer è un gesto spontaneo. Ho visto il pallone all’altezza giusta per provare la rovesciata e non ci ho pensato due volte».
Come ha iniziato a giocare a beach soccer?
«Facevo il torneo Valenti. Stefano Santini mi vide giocare e mi chiese se volevo fare parte del Viareggio».
In alcune occasioni è stato impiegato anche da difensore centrale. Qual è il ruolo che le piace di più?
«Non ho preferenze anche se giocare da terzino mi permette di essere più nel vivo del gioco. Comunque pur di andare in campo gioco anche in porta».
Il calcio una passione che la accompagna fino da bambino.
«Cosa c’è di più bello che correre dietro ad un pallone. A sette anni sono stato operato a una gamba e per tre anni non ho potuto correre. Però i giorni che sapevo c’era l’allenamento mi vestivo di tutto punto come se dovessi recarmi al campo».
Quali sono stati i suoi idoli da bambino?
«Tifo per la Juventus e suo tempo mi piaceva molto Montero. E anche Zambrotta».
Mai pensato di poter arrivare tra i professionisti?
«Mai. Per me l’esordio in serie A è stato il giorno in cui ho potuto tornare a correre dietro ad un pallone».
Ha qualche tifoso particolare che la segue?
«Papà Claudio sempre. Avrà saltato una partita da quando gioco a calcio. Con lui veniva a vedermi anche nonno Mario che è mancato qualche tempo fa. A volte viene al campo anche mamma Simona».
Viareggio solo in testa alla classifica: è già fuga per la vittoria?
«Abbiamo imboccato la strada giusta ma il campionato è ancora lungo e noi dobbiamo stare concentrati perché le avversarie che troviamo sul cammino giocano tutte la partita della vita. Di certo ce la metteremo tutta per portare a casa il risultato che tutti vogliamo».
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