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Viareggio, dalle macerie a fabbrica dei nuovi big

di Massimo Guidi
Viareggio, dalle macerie a fabbrica dei nuovi big

Nel 2003 era in Eccellenza, ora è una società modello che sforna talenti

09 luglio 2013
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VIAREGGIO. Buon Compleanno Esperia. La società nata sulle ceneri dell’ennesimo fallimento del Viareggio Calcio festeggia oggi il suo decimo compleanno. Dieci anni durante i quali la farfalla bianconera è volata dall’Eccellenza fino alla Prima Divisione diventando un esempio, a livello nazionale, per il rigore finanziario coniugato con la capacità di saper valorizzare giovani talenti, ultimo in ordine di tempo quel Simone Zaza che pochi giorni or sono è stato acquistato dalla Juventus. Proprio in una calda giornata di dieci anni fa l’Esperia Viareggio emette il suo primo vagito quando l’allora sindaco Marco Marcucci convoca la prima assemblea della neonata società registrata qualche giorno prima presso il notaio Francesco Rizzo dagli assessori Luca Simonetti e Donata Lucchesi che con Marcucci stanno cercando di non far morire il calcio a Viareggio. Presenti all’assemblea nelle stanze del palazzo comunale Stefano Luisotti della Welcome, Alessandro Musetti in rappresentanza dell’Udina e Mirco Lippi. Proprio quest ultimo, che per circa un mese ricoprirà la carica di presidente dell’Esperia, viene incaricato dal primo cittadino di sondare il terreno nel mondo dell’imprenditoria locale al fine di creare una stabile compagine societaria. Lippi si rivolge ad un giovane costruttore edile, Stefano Dinelli, grande appassionato di hockey e di calcio, viareggino doc, personaggio destinato a diventare l’uomo della rinascita oltre che il presidente più vincente e longevo nella storia del calcio a strisce bianconere.

Con Dinelli iniziano l’avventura Giancarlo Giannecchini, Andrea Cerri e Mauro Maurelli, che rileva Lippi nella carica di presidente, ed Andrea Strambi. Facendo leva sul blasone della città e anche sulle tante amicizie si cerca di ottenere, impresa non facile, l’iscrizione al campionato d’Eccellenza. C’è poi da allestire la squadra e cercare una guida tecnica. Lippi si rivolge allora ad Oreste Cinquini, allora diesse della Lazio, che fornisce alcune dritte su come iniziare l’avventura. I primi acquisti consigliati da Cinquini sono però due persone che non vanno in campo ma che nel rispetto dei loro ruoli rivestono enorme importaza: i compianti Angelo Francesconi, uomo tuttofare fin dai tempi del Viareggio di Mendella e lo storico magazziniere Silvano Motto. Per il tecnico la scelta cade su Eugenio Dinelli, ex bianconero degli anni settanta e poi allenatore di successo nelle categorie dilettantistiche. Con lui arriva anche Franco Benvenuti che si occupa della segreteria. In mezzo a tante difficoltà viene allestita la squadra che viene ammessa (e questo sarà il primo successo dell’Esperia) al campionato d’Eccellenza. Punti di forza sono Samuele Barsotti e l’ex lucchese Gabriele Baraldi. La squadra parte bene e alla fine del girone d’andata è in testa alla classifica ma poi cede alla distanza. Dinelli si dimette ed al suo posto arriva Lucio Nobile. Alla fine arriva un quinto posto a pari merito con il Ponte del Giglio che costringe le zebre ad uno spareggio per l’ammissione ai playoff che si gioca a Camaiore e che vede la sconfitta delle zebre per 3-2.

Il Viareggio ci riprova nella stagione 2004/2005. In panchina c’è Massimiliano Maddaloni, il nuovo diesse è Giorgio Eritreo. Tornano in bianconero Andrea Gazzoli, Carletto Fruzza, Gianni Florio e Pippo Forno che vanno a rinforzare la squadra con Silvio Giusti e al pezzo da novanta della campagna acquisti, il bomber Frediani. L’attaccante livornese però non entra in sintonia con il tecnico e dopo poche gare va a Figline. Il peso dell’attacco ricade tutto sul bravo Florio che segna 13 reti. Alla fine arriva il terzo posto dietro il super Pontedera ed il Camaiore battuto nella doppia finale dei playoff che garantisce al Viareggio il passaggio alla fase nazionale dove i bianconeri conoscono la cocente eliminazione ad opera del Civitacastellana.

All’inizio del campionato 2005/2006 Stefano Dinelli assume la carica di presidente e nomina diesse Andrea Strambi. Il tecnico è Carlo Caramelli. La squadra è fortissima con elementi come il portierone Franchi, i mastini Bonini e Pellacani, il “cervello” Andreotti, il “genio” Cazzarotto, il superbomber Alberto Francesconi e un altro attaccante dal gol facile, il viareggino Stefano Santini. E’ subito testa a testa con il Forte dei Marmi di Ciardelli ma a due giornate dal termine un gol di Santini al “Buon Riposo” sancisce il ritorno in serie D per le zebre. Che in quella stagione vincono tutto. Oltre alla Coppa Toscana a spese del Subbiano anche la Coppa Italia dilettanti regolando il Real Ippogrifo nella gara giocata al “Flaminio” di Roma. La società vuole recuperare il tempo perso e punta subito alla C/2. Volto nuovo in panchina, è quello di Alfredo Aglietti, tecnico emergente ma con poca esperienza. Nella stanza dei bottoni c’è Andrea Gazzoli, altro predestinato per una carriera importante. Gazzoli punta forte sul ritorno in bianconero di vecchi compagni di squadra come Reccolani, Fiale, Giunta ed il “Condor” Bonuccelli. Come da copione Vitagol fa sfracelli in coppia con Francesconi ed il Viareggio vince il campionato con dieci lunghezze sul Figline. Dopo cinque anni è nuovamente C/2. Tornano i derby con Carrarese e Prato e con la Lucchese battuta in Coppa Italia al porta Elisa. Confermato il tecnico Aglietti, il diggì Gazzoli riporta a Viareggio Fommei, e Gemignani, un interessante portiere di scuola genoana, Russo ed un centrocampista destinato a fare carriera Migjen Basha che a metà torneo lascerà le zebre per approdare al Rimini. L’infortunio di Bonuccelli a metà torneo pesa come un macigno sulla squadra che infila sette sconfitte di fila che la fanno precipitare in zona playout. La permanenza in categoria è affidata allo spareggio con la Viterbese. Salvezza ipotecata in Tuscia da un gol di uno stoico Bonuccelli che va in campo con una gamba sola. Successo bissato dal 2-1 dei Pini targato Fusi e Di Paola. Alfredo Aglietti è ancora il tecnico per il campionato 2008/2009 che assume la nuova denominazione di Seconda Divisione. In sede di campagna acquisiti Gazzoli pesca il grintoso difensore Carnesalini, i prolifici attaccanti De Angelis e Franchini (23 reti in due) e due giovani livornesi provenienti dal Picchi Livorno, il fantasista Cristiani ed il robusto attaccante Pavoletti oltre il giovane portiere Ravaglia dal Cesena. Il Viareggio disputa un campionato importante lottando fino alla fine con il Figline che taglia il traguardo per primo con quattro punti di vantaggio sulle zebre che si giocano l’accesso alla finale playoff con il Prato. I lanieri si impongono al “Lungobisenzio” per 2-0 e tengono botta ai “Pini” perdendo per 2-1.

Stagione comunque da incorniciare. Il Viareggio chiede l’ammissione alla Prima Divisione in caso di forfait di altre squadre. Ma in città l’attenzione in quell’inizio estate scivola purtroppo sui tragici fatti del famigerato 29 giugno così che quando arriva la notizia dell’ammissione alla Prima Divisione la gioia è contenuta.

E’ la prima volta per il Viareggio nella categoria che viene affrontata senza Aglietti passato a guidare la Primavera della Sampdoria. Al suo posto Leonardo Rossi. Nuovi acquisti l’attaccante Marolda, il figlio d’arte Mandorlini, i giovani viareggini Benassi e Samuele Pizza ed un possente centravanti di scuola Genoa: Umberto Eusepi. Il Viareggio lotta fino all’ultima giornata per la salvezza diretta ma il 2-2 casalingo con il Benevento costringe le zebre ai playout. Avversario la Paganese che viene superata in virtù del miglior piazzamento nella classifica finale dopo i pareggi di Pagani e sul neutro di Livorno dove il Viareggio è costretto a giocare causa l’indisponibilità dello stadio. Proprio lo stadio è uno dei pallini del presidente Dinelli che grande ammiratore del calcio inglese sogna un impianto in stile britannico e per il quale già nel 2007 ha incaricato del progetto l’architetto Gino Zavanella, tra i progettisti dello Juventus Stadium. In attesa di realizzare il sogno che garantirebbe stabilità alla società e in mezzo a sempre crescenti difficoltà Dinelli porta avanti da solo il progetto Esperia. Nella stagione 2010/2011 e seguente il Viareggio viene condotto alla salvezza ai playout, a spese del Cosenza di Stefano Fiore e poi del Monza, prima da Beppe Scienza e poi da Stefano Cuoghi approdato a Viareggio dopo l’interregno di “Cecchino” Bertolucci seguito all’esonero (l’unico nella storia dell’Esperia) di Agenore Maurizi. In queste stagioni si mettono in evidenza Pinsoglio, Castiglia, Brighenti e Massoni che salgono di categoria assieme al devastante Simone Zaza. L’ultima stagione è poi storia di ieri.

La salvezza diretta (prima nei 4 anni di Prima Divisione) arrivata proprio all’ultima giornata e l’esaltante galoppata in Coppa Italia interrotta solo nella storica doppia finale con il Latina, guadagnata grazie alle vittorie su campi illustri come Reggio Emilia, Cremona e Pisa.

Risultati ai quali vanno aggiunti la consacrazione di giovani talenti come Maltese, Magnaghi e Giovinco jr che ora saliranno di categoria.

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