Il Tirreno

Versilia

Il ricordo e la scelta

Addio al “Penultimo dell’anno”. A Viareggio lo stop alla storica festa dopo 27 anni: «Vi spiego perché»

di Simone Pierotti
Andrea Paci
Andrea Paci

L’evento anticipava San Silvestro, l’organizzatore: «Da quando è morto Andrea Paci è impensabile andare avanti senza di lui»

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VIAREGGIO. Questo “penultimo dell’anno” non s’ha fare. Né ora, né mai più. La festa del 30 dicembre, una delle tante invenzioni di Maurizio “Uz” Baccili, «è finita con l’anno scorso». Il motivo prova a spiegarlo lo stesso Baccili affidandosi a un post su Facebook, ma non servono tante parole: basta la foto di accompagnamento, che lo ritrae assieme ad Andrea Paci, il grande dj e infermiere venuto a mancare giusto un mese fa. Impensabile andare avanti senza la sua gentilezza, il suo sorriso e la sua energia.

Il post

“Uz”, com’è conosciuto Baccili a Viareggio dove ha gestito per anni uno dei bar più frequentati da quelli della notte, tiene subito a precisarlo: «Non cerco pubblicità, lo faccio per il grande amore che avevo per Andrea, che per me è stato più di un amico». Ma Baccili quel post l’ha fatto anche per rispondere ai tanti messaggi e chiamate che gli sono arrivati in questi giorni. «La prima volta che organizzai il “penultimo dell’anno” risale al 1998 o giù di lì, è passato veramente tanto tempo – rammenta “Uz” – Andrea è stato protagonista di questa festa itinerante, anche lo scorso anno: ricordo ancora le risate a fare la piramide di bicchieri, con lui che spiegò tutta la storia che si celava dietro». Baccili è stato a lungo combattuto.

«In tanti mi hanno detto che Andrea avrebbe voluto che lo facessi ugualmente – racconta – però il Napoli di Maradona, per fare un paragone calcistico, è stato qualcosa di unico: per carità, a Napoli si è continuato ugualmente a giocare a pallone, ma quella magia non è più tornata. Anzi, nel calcio si ritirano anche certi numeri di maglia. Io la vedo così. Per quale motivo avrei dovuto organizzare il “penultimo dell’anno”? Per guadagnarci cosa? Ma via». Per “Uz” – e qui la voce cambia tono e vibrazioni – è «impensabile rifare quello che c’è stato».

I ricordi

Ed è altrettanto impensabile non cogliere l’occasione per chiedergli un ricordo personale di Andrea. «Quante ne abbiamo fatte. Io con lui non ho mai lavorato, nel senso che ci siamo sempre divertiti e abbiamo scherzato tanto: aveva un’energia pazzesca, straripante. E poi dal suo palco ai rioni riusciva a riconoscerti in mezzo alla folla del Carnevale. Andrea è stato unico nel suo genere, non solo come dj ma anche per tutto quello che ha fatto per aiutare un sacco di persone senza farsi troppa pubblicità. Ci siamo scambiati consigli sull’arte, mi chiese di fare un quadro per sua figlia Viola riproducendo in chiave contemporanea lo spartito musicale di “Come un coriandolo”. Per me è stato e rimarrà ben più di un semplice amico». E allora «se dovessi rifare un evento, sarebbe per San Silvestro o il giorno di Natale: il 30 dicembre era la sua festa, e dopo l’anno scorso non ci sarà più». 

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