Camaiore, riapre il bar Brigante: «Ma adesso abbiamo paura»
Finiti i 10 giorni di chiusura imposti dal questore dopo la rissa
CAMAIORE. Ha riaperto il bar Il Brigante, in piazza XXIX maggio a Camaiore. Dopo i dieci giorni di sospensione dell’attività imposti dalla questura di Lucca in seguito alla maxi-rissa (iniziata nel locale ma consumatasi in piazza) che si è scatenata nella tarda serata di sabato 8 novembre, il locale oggi potrà riprendere la propria routine.
Un provvedimento, quello emesso dalla questura, che ha suscitato non poche polemiche. A partire dagli stessi titolari del Brigante, che hanno per primi chiamato la polizia di Stato la sera della rissa affinché intervenissero e si sono visti invece “puniti” con dieci giorni di chiusura forzata per atteggiamenti «non collaborativi con le forze dell’ordine» tanto «da creare difficoltà agli operatori – si legge nella comunicazione della questura – che dovevano procedere ai dovuti controlli di legge» e perché «tra gli avventori del bar molti sono risultate persone con pregiudizi e precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio».Tutte accuse rispedite al mittente dai proprietari del Brigante, che anzi avevano già più volte allontanato i due uomini ritenuti responsabili dell’accaduto (i quali, vedendosi respingere la richiesta di avere degli alcolici, hanno anche colpito al volto un membro dello staff del bar). Ma non solo: a indignarsi per il provvedimento erano stati anche i commercianti del centro, che hanno chiesto maggiori tutele anche alla luce del fatto che proprio nei confronti di quei due uomini – ben identificati e conosciuti in paese – dalla questura ad oggi non sono stati presi provvedimenti.
«Le indagini – fanno sapere dagli uffici del questore – sono ancora in corso». Fatto sta che oggi Il Brigante tornerà a riaprirema «noi non siamo tranquilli – commenta la titolare Alessia Pescaglini – sicuramente siamo felici di ripartire con l’attività perché dieci giorni di stop forzato sono una perdita enorme per chi come noi lavora e cerca di tenere vivo il centro di un paese come Camaiore, dove non c’è lo stesso giro di altre piazze. Sono stati dieci giorni che abbiamo vissuto male, anche per quello che è stato segnalato come motivazione della chiusura. Ora siamo pronti a ripartire, ma la paura che quegli uomini siano ancora in giro impuniti e che possano tornare e fare altri danni c’è. Avremmo preferito fossero stati presi provvedimenti, invece gli unici puniti siamo stati noi che abbiamo chiamato il 112».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
.png?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=acf92f9)