L’intelligenza artificiale sale anche a bordo degli yacht: le ultime innovazioni in Toscana
Dal lavoro nei cantieri alle tecnologie che aumentano sicurezza e comfort: «Non è un tema, è “il” tema e va visto come prioritario»
VIAREGGIO. Il robot a bordo che diverte l’armatore o fa i lavori più difficili e faticosi: un’immagine che, ormai, non appartiene più alla fantascienza. Soprattutto nella nautica. Dove l’applicazione dell’intelligenza artificiale, in varie direzioni, è già realtà.
La tecnologia
Lo dimostrano le ultime innovazioni presentate da Azimut Benetti, primo produttore al mondo di superyacht, e dal gruppo Next Yacht, titolare dei marchi AB e Maiora. Nel primo caso si tratta di una sorta di copilota che, grazie all’immagazzinamento dei dati e a un radar 4D, più evoluto rispetto ai normali radar e alle telecamere marine, acquisisce informazioni utili per valutare eventuali rischi. E, ragionando come un comandante umano, può allertare il “collega” su un pericolo di collisione o di incaglio. Il sistema si chiama Watchit Eye e «non è un semplice esercizio di innovazione – assicurano da Azimut Benetti – È una tecnologia promettente, nata da un percorso fatto di scelte condivise, test, validazioni e applicazioni reali, che oggi è già presente a bordo dei nuovi modelli ed è applicabile alla gamma del gruppo. Il primo yacht su cui questa tecnologia è stata installata è il Fly 82 di Azimut, che ha fatto il suo debutto mondiale al Cannes Yachting Festival 2025 e poi è stato esposto al Salone nautico internazionale di Genova, insieme al Seadeck 7 Hybrid, lo yacht simbolo delle più avanzate innovazioni sviluppate dal cantiere e dal dipartimento R&D del Gruppo».
Nel caso del modello AB 110 del gruppo Next Yacht, invece, si tratta di un sistema-assistente: una piattaforma appunto di intelligenza artificiale che può dialogare con i meccanismi dell’imbarcazione, e supportare l’armatore e l’equipaggio.
Le applicazioni
Tuttavia, le possibili applicazioni della nuova tecnologia sono ampie. «Questo non è un tema nella nautica, è “il” tema prioritario: ecco perché gli stiamo dedicando molte occasioni di riflessione, e lo faremo anche nella prossima edizione di Yare», sottolinea Pietro Angelini, direttore generale di Navigo, ente che riunisce cantieri e imprese del distretto. «L’attenzione alla tecnologia è fondamentale, per lo sviluppo del settore: sappiamo che un’applicazione potenziale può svilupparsi in primis nella nautica, dove il costo della realizzazione non è decisamente un problema per l’armatore. Che può permettersi investimenti importanti». Così come i cantieri possono dedicare alla ricerca e allo sviluppo risorse economiche che poche altre aziende hanno.
Scenari
Questo, però, non significa che non ci possa essere in futuro un’evoluzione destinata anche a un pubblico più diffuso e meno danaroso: un po’ come fu per i computer, che inizialmente erano in dotazione solo ai grandi centri di calcolo degli Stati Uniti. «Esatto – prosegue Angelini – La cosa che dobbiamo evitare è reagire a queste novità con spavento, o pensando solo all’evoluzione “horror”. Sappiamo che anche le auto, alla loro apparizione, scatenarono un’ondata di rabbia: qui parliamo di un progresso che porta scenari affascinanti. Sicuramente da gestire bene, ma molto interessanti».
Quali sono i campi di applicazione? «Innanzi tutto la gestione dell’imbarcazione, dal comfort alla sicurezza, passando per l’intrattenimento destinato all’armatore e ai suoi ospiti», spiega Angelini. Una delle novità introdotte dai cantieri interessa la valutazione del rischio collisioni, vedi il modello Fly 82 di Azimut. «Ma anche i lavori eseguiti a bordo, si pensi alla pulizia, potrebbero essere affidati a un sistema di intelligenza artificiale – prosegue il direttore di Navigo – Ciò che è più faticoso e pericoloso potrebbe essere gestito dal robot umanoide». Concetto che può essere trasferito nella lavorazione in cantiere: «Pensiamo al posizionamento di un’elica, o comunque a un’operazione di costruzione molto complessa dal punto di vista tecnico: tramite un esoscheletro (una struttura esterna robotica che dà supporto all’attività, ndr) si potrebbe semplificare una procedura complessa nella fase di costruzione dell’imbarcazione». Sempre ragionando dell’attività in cantiere, l’intelligenza artificiale può fornire grande aiuto «in una delle fasi che per i cantieri significa notevole spesa di tempo e di pazienza: la documentazione necessaria tutte le volte che entrano lavoratori e aziende in appalto all’interno dell’area di produzione. In questo caso, l’intelligenza artificiale può verificare molto più rapidamente lo status dei lavoratori e dell’azienda, monitorando la formazione ricevuta, le garanzie di sicurezza e di svolgimento dell’intervento».
Navigazione
Ultima, ma non meno importante, la questione della navigazione. «Sappiamo quando è diventata importante la tecnologia nei nostri viaggi in auto: in mare è un po’ diverso, ma l’intelligenza artificiale può calcolare la rotta più comoda o più breve, da Viareggio e per qualsiasi destinazione, processando i dati disponibili. E indicando al comandante la migliore strategia di navigazione. È un aspetto che, forse, può apparire secondario; ma non lo è affatto, perché anche questo migliora l’efficienza a bordo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
