Turismo, la Versilia chiude col segno meno: «Senza gli stranieri sarebbe andata anche peggio. Ma non è “colpa” dei prezzi»
Meno 2% degli introiti complessivi rispetto all’anno precedente e clienti italiani in calo del 5%. Dalle tariffe all’allungamento delle aperture ed eventi: il nuovo presidente di Assocamping e Assoturismo fa le sue proposte
VIAREGGIO. La stagione turistica a Viareggio e in Versilia chiude - perché di fatto sono poche le attività rimaste operative - con un saldo negativo: -2% sugli introiti complessivi delle imprese, secondo la stima di Confesercenti rispetto al 2024. «Ma senza gli stranieri sarebbe andata anche peggio: i clienti italiani sono in calo del 5%», avverte Francesco Giannerini, imprenditore versiliese titolare di un campeggio e di uno stabilimento balneare a Viareggio, oltre che nuovo presidente regionale di Assocamping e Assoturismo.
Si sgombra, quindi, il campo dai dubbi: il 2025 non è stato esaltante, tutt’altro. Ecco perché, secondo Giannerini e la Confesercenti, «bisogna iniziare a programmare da subito, se vogliamo gettare le basi per un futuro ancora più solido». A Giannerini è stato di recente affidato l’incarico di guidare nei prossimi cinque anni il sindacato di categoria dei campeggi della Toscana. Succedendo a un altro viareggino, Michele Montemagni, che aveva ricoperto la carica per due mandati. A Giannerini assegnata anche la presidenza di Assoturismo, il sindacato che riunisce tutte le categorie di Confesercenti legate appunto al turismo (balneari, campeggi, hotel, strutture extralberghiere, pubblici esercizi, guide turistiche e agenzie di viaggi).
«Ringrazio i colleghi che mi hanno dato fiducia per guidare due importanti sindacati di Confesercenti Toscana - ha commentato Giannerini, che nell’occasione ha ricevuto le congratulazioni del presidente nazionale di Confesercenti Nico Gronchi - in un settore, quello del turismo, che nella nostra regione vale il 16% del Pil». Per la Versilia il turismo è ancora più decisivo, ovvio. «Il bilancio 2025 è in negativo, per quanto si tratti di una piccola flessione: intorno al -2% - spiega Giannerini - Sicuramente ci ha penalizzati il meteo bizzoso tra luglio e agosto, così come il carovita. Da questo punto di vista l’ottimo contributo degli stranieri, che sono aumentati, ha permesso di contenere la perdita. Perché i nostri connazionali, come sappiamo, sono in diminuzione un po’ ovunque, per una cifra intorno al 5%. Hanno scelto altre mete». C’è chi dice per via dei prezzi, che in Versilia restano troppo alti.
«Non è così - replica l’esponente di Confesercenti - Basta dare un’occhiata in giro per capire che la polemica sul costo del posto spiaggia, molto di moda quest’estate, non aveva ragion d’essere. Le nostre tariffe sono in linea con altre zone, al netto di Forte dei Marmi che è una realtà a parte. La ristorazione? Subisce i rincari, come chiunque». Eppure, anche secondo Confesercenti «una flessibilità dei prezzi consentirebbe, nei vari momenti della stagione turistica, di attirare maggiori flussi di presenze».
Come a dire: tolti i periodi di pienone, dove tutti cercano di massimizzare il guadagno (talvolta in maniera eccessiva e miope), qualcosa va rivisto. «Sicuramente le tariffe devono essere oggetto di un ragionamento che tenga conto di tutto, compresa la necessità dell’impresa di incassare e avere ricavi», continua Giannerini. Che, a proposito della cosiddetta destagionalizzazione, risponde: «Il problema sta nella redditività: se io sto aperto, ma incasso poco, non sarò mai convinto nel farlo. Ci hanno provato in tanti, ad allungare la stagione: ma poi bisogna portare a casa qualcosa, altrimenti è una rimessa».
C’è chi critica le imprese turistiche: alcune sono insofferenti già a fine agosto, con nessun altro desiderio se non che passi settembre per chiudere i battenti. «È chiaro che bisogna mettersi a un tavolo con le amministrazioni per agevolare, anche fiscalmente, le aperture prolungate. E investire, sia noi che i Comuni, su una stagione più ampia e continuativa; perché quella di quest’anno causa meteo è stata molto altalenante». Lo si può fare con eventi, anche musicali oltre che sportivi come in quest’ultimo fino settimana: «Il nuovo stadio dei Pini è una grande opportunità, e non lo dico solo perché è qui a due passi dal mio campeggio: più eventi si fanno, e meglio è». Chiusura con un appello agli amministratori e alla politica: «Basta divisioni sul turismo: all’Ambito serve una presidenza, una guida. Ma da adesso, perché il 2026 lo programmiamo ora».