Il Tirreno

Versilia

L’intervista

Gherardo Guidi e la Capannina: «Vendere? In tanti si sono fatti avanti, ma… »

di Luca Basile
Gherardo Guidi e la Capannina: «Vendere? In tanti si sono fatti avanti, ma… »

Nel 2027 il mezzo secolo di gestione: «Farò una grande festa da proprietario». Il futuro della Bussola

17 maggio 2024
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FORTE DEI MARMI.  «Vendere La Capannina? L’ho comprata nel 1977: nel 2027 festeggerò il mezzo secolo di attività. E brinderò da proprietario del locale». Gherardo Guidi, che della Capannina è anima e sostanza da appunto poco meno di 5 decadi, non ama la banalità: preferisce il silenzio alla retorica del dire tanto per dire. Ma quando decide di parlare lascia tracce in chi ascolta o legge.

Ciclicamente si rinnovano le voci di una Capannina prossima alla vendita: chiacchiere o c’è del vero?

«Ci sono tante persone interessate ad acquistare, non posso negarlo. Tante persone. Ma fin quando avrò le forze, resterò al mio posto. Come ho detto nel 2027 saranno 50 anni di attività da queste parti: penso, se ne avremo la possibilità, a una grande festa».

Come se la passa il “locale da ballo più antico del mondo”?

«Va avanti e va avanti bene. Era e resta una delle realtà più importanti, E non solo della Versilia. Se sono presente come lo sono stato in passato? Ci sono anche quando non ci sono. Seguo tutto, l’importante, come da premessa, è essere in forma. Poi il resto viene da sé. In questo momento sono molte contento di come stanno andando le cose».

C’è un altro locale storico, di sua proprietà, che non se la sta passando benissimo: ci riferiamo alla Bussola di Focette. Riaprirà in vista dell’estate?

«La mia intenzione è proprio quella: riaprirla per i mesi estivi. Ci sono situazioni in corso. A breve potrebbero esserci novità. Vediamo».

Da quanti anni lavora nel settore locali&intrattenimento?

«Sono 60 anni. Una parte importantissima della mia vita. E non sono per niente stanco. La verità è che non so fare altro, diciamo così. Anche se da giovane avevo in mente ben altra professione.

Quale?

«A essere sincero volevo fare l’ingegnere. L’idea mi piaceva molto. Poi la vita ha preso un altro corso: sono originario di Castelfranco di Sotto: la prima avventura imprenditoriale è stata proprio dalle mie parti quando rilevai un locale, La Sirenetta. Capii che in quel mondo ci potevo stare. Che ci sapevo fare».

La Versilia quando è arrivata?

«Ci venivo da ragazzo: innamorato dal primo sguardo. Poi investii nella gestione di una discoteca, il Carillon. Andò bene: pensai di acquisirlo. Mi dissero no. Fu la mia fortuna, perché da lì a poco arrivò la Capannina. Era il 1977: anni non semplici. Il mio è un mestiere che, sia pure faticoso e impegnativo, faccio sempre volentieri».

Da Ray Charles a Grace Jones: ha portato in Capannina alcuni fra gli artisti più celebri al mondo. Eppure ha riempito sale anche nelle grandi città: dove?

«Posso dire di avere maturato una certa esperienza (e anche una discreta popolarità, ndr) in alcuni locali fra Firenze e Bologna. Però il mio interesse, e lo dimostra questo ultimo mezzo secolo, si è rivolto soprattutto alla Versilia. E soprattutto alla Capannina. È qui che la famiglia Guidi ha le sue attività. Ed è qui che continueremo ad essere presenti con passione e entusiasmo».


 

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