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Versilia, così l’impronta della Massoneria ha segnato l’ex Perla del Tirreno

di Adolfo Lippi
Il tempio in via Monte Sumbra, sede della Massoneria viareggina
Il tempio in via Monte Sumbra, sede della Massoneria viareggina

Dallo sviluppo della balneazione all’istituzione della Croce Verde: il contributo dei “liberi muratori” all’economia e alla cultura di Viareggio

22 novembre 2023
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La Massoneria tra Versilia, Lucca, Livorno si racconterà sabato prossimo all’Auditorium “Enrico Caruso”, nel Gran Teatro Giacomo Puccini a Torre del Lago. Il titolo della convention è “Massoni – costruttori di civiltà”. Interverranno, con varie relazioni, l’ingegner Antonio Dalle Mura, la dottoressa Anna Bertuccelli, il dottor Claudio Palandrani, Roberto Pizzi e il gran maestro onorario del Grande Oriente Massimo Bianchi.

È affascinante, interessantissima, l’attività della Massoneria soprattutto per ciò che riguarda lo sviluppo economico e sociale della Versilia e di Viareggio in particolare. Perché la Massoneria è un’istituzione in parte spirituale con specifiche competenze esoteriche e mistiche, in parte attentissima a intervenire nella vita quotidiana dei comuni e delle popolazioni con opere educative e benefiche.

A Viareggio, infatti, istituì la benemerita Croce Verde, che tutt’ora, efficacemente lavora per l’assistenza e la sanità.

Sono quasi duecento anni che i fratelli, laici per vocazione, sono presenti nella storia del territorio. Fecero una prima apparizione con la famiglia Belluomini di Lucca, a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. I Belluomini furono bonapartisti di spicco, parteciparono agli eventi della repubblica lucchese, ma presero casa a Viareggio in via Regia. Parte della popolazione però non li gradì e al grido di “Viva Maria” assaltò il loro palazzo e lo incendiò.

Furono anni di dispute feroci tra giacobini e clericali, che fecero pausa quando Napoleone venne definitivamente sconfitto e a Viareggio si insediò la borbonica Maria Luisa.

Durante il suo regno, tuttavia, si avviò una fervida attività cospiratrice e sorse la “Carboneria”, una illuminata setta di patrioti che predicava l’Unità d’Italia ed era spiccatamene anticlericale.

Ne facevano parte i fratelli Bichi di Pietrasanta (uno di loro poi sarebbe divenuto sindaco), il padre medico di Giosuè Carducci, Michele, e dal 1831 aderirono alla società segreta a Viareggio anche il maggiore Giovannetti, l’ingegner Giacometti, il tenente Gamberini, il sacerdote Palagi, il fratello del musicista Pacini, Giovanni, il locandiere Giordani detto “radicchio” e ancora Francesco Giannini, Pasquale Del Re, i fratelli Belluomini.

La società si riuniva all’osteria Giordani in via Giuseppe Garibaldi e qui spesso si accendevano risse con i seguaci, ormai scarsi, di Leopoldo di Toscana.

In quegli anni cominciò tuttavia anche a Viareggio la venerazione per Giuseppe Garibaldi e, come è noto, proprio da qui partì poi la tartana “Madonna di Soccorso” di proprietà di Silvestro Palmerini con il pilota Raffaello Motto, mozzo il piccolo Antonio Barsella, che condusse Rosolino Pilo in armi a Messina a preparare l’invasione dei Mille.

Ma la vera e propria Massoneria aderente al Grande Oriente d’Italia si presentò, secondo la storia scritta dal docente dell’Università di Pisa Alessandro Volpi nel libro intitolato “Viareggio laica”, con un albergatore pisano, Francesco Magherini, patriota e spesso perseguitato dalle autorità, che aprì un albergo a Viareggio e qui istituì una prima loggia. Si era nel 1865. La loggia venne intitolata a Ciro Menotti, con simpatie repubblicane e democratiche. Ne facevano parte marinai, artigiani, capitani e qualche commerciante.

Ma la vera espansione massonica si ebbe poi alla fine dell’Ottocento, quando la loggia viareggina si chiamò “Felice Orsini” ed ebbe importanti figure di spicco come Giuseppe Bertuccelli e soprattutto l’avvocato Cesare Riccioni, Enrico Nelli ed Eugenio Barsanti.

Costoro, polemizzando duramente con i cattolici, contrari alla balneazione e ai giochi (la Chiesa era molto radicata nella marineria, ne fanno fede i tanti ex-voto alla Madonna di Montenero), dettero il via al clamoroso sviluppo del turismo, favorirono i bagni di mare (Eugenio Barsanti acquistò il “Nettuno”), il sistema alberghiero (Enrico Nelli era co-proprietario del l’Hotel Royal), organizzarono il Carnevale, entusiasmante, installarono l’ippodromo e il casinò al “Kursaal”.

Viareggio si concentrò così nella Passeggiata a mare, mutò completamente paradigma e la Massoneria conquistò cariche e funzioni nell’amministrazione comunale (Riccioni divenne anche sindaco, era l’avvocato di Giacomo Puccini e aveva sposato la superba soprana Salomea Kruceniski).

Enrico Nelli istituì anche la “Croce Verde” per rispondere ai bisogni della popolazione minima. Ma la loggia era ormai porto sicuro della nascente borghesia imprenditoriale.

Marinai e operai che venivano, invece, sempre più attratti dall’anarco-socialismo, abbandonarono le logge (ma i cavatori delle Alpi Apuane vi rimasero in massa) e le logge, in Versilia, fecero palestra fino al fascismo (che le sciolse) per noti imprenditori e liberi professionisti.

Il libro di Alessandro Volpi è documentatissimo e attraente. Spiega assai bene quanto l’economia viareggina debba alla Massoneria, che fece scelte giustissime per far diventare la città quella che meritò il prestigioso appellativo di “Perla del Tirreno”.

Furono così convincenti e abili, i massoni, che riuscirono perfino a coinvolgere nei loro tanti progetti produttivi il leader dei cattolici locali Giovanni Pellegrino con Umberto Togni.

Non fu abbandonata la cultura. Non si hanno notizie di un’affiliazione del maestro Giacomo Puccini né di quella di Lorenzo Viani ma furono massoni il pittore Plinio Nomellini e il poeta Giulio Arcangeli che, per la difesa appassionata della casa di Carducci in Pietrasanta, sfidò a duello il direttore del giornale cattolico “L’Eco Versiliese”. Furono padrini di Arcangeli, lo scrittore Enrico Pea e l’avvocato Enrico Salvatori (che poi fu tra i fondatori a Livorno del Partito Comunista).

Queste e tante altre storie (una fra tutte la battaglia per innalzare a Viareggio una statua al luciferino e libero pensatore inglese Percy Shelley) verranno rinarrate sabato prossimo alla convention al Gran teatro di Torre del Lago.

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