Torre del Lago, bagno semidistrutto dall’incendio. I titolari: «Siamo sotto choc». Il bilancio dei danni e le ipotesi sulle cause
Bruciati il bar e 40 cabine dello stabilimento Bruri. A causare il rogo potrebbe essere stato un cortocircuito
TORRE DEL LAGO. Un incendio partito con ogni probabilità da un cortocircuito all’interno del bar. Con le fiamme, alimentate dal forte vento di libeccio che ha continuato a battere la costa per ore, a divorare le cabine e i locali.
Uno scenario infernale, quello che si è presentato di fronte alla famiglia Paolini, titolari del bagno Bruri sulla Marina di Torre del Lago. «Siamo arrivati intorno alle 2, svegliati dalla chiamata dei vigili del fuoco – racconta Dario Paolini – al momento non abbiamo idea di chi abbia dato l’allarme dopo aver visto il fuoco. Per fortuna, se così vogliamo dire, i vigili del fuoco sono riusciti a salvare parte dello stabilimento». Per una buona metà, però, è rimasto distrutto dal fuoco.
Ad andare in fumo è stato un intero vagone con 40 cabine, quello lato mare, e appunto il bar dove sarebbe partito il cortocircuito. Le indagini sono in corso. Alla famiglia Paolini ancora sotto choc non resta che prendere atto che «c’è da rimboccarsi le maniche – dice Dario – Non è possibile al momento quantificare i danni, di sicuro c’è che dovremo metterci a lavorare sodo per essere pronti al via della prossima stagione».
L’allarme è scattato dopo l’una di venerdì. Non è ancora chiaro chi abbia chiamato i pompieri, anche perché a quell’ora – e con il clima infausto di questi giorni – la Marina di Torre del Lago era praticamente deserta.
Fatto sta che le squadre di vigili del fuoco di Viareggio, Pietrasanta e Lucca sono intervenute per estinguere l’incendio, apparso immediatamente molto grosso, sviluppatosi allo stabilimento balneare Bruri. Per spegnerlo, fanno sapere gli stessi vigili del fuoco, c’è stato bisogno del supporto di due ulteriori autobotti.
«Grazie al tempestivo intervento è stato spento l’incendio e preservata circa la metà dello stabilimento», spiegano dal Comando provinciale dei pompieri, confermando che sono finite in fumo parte delle cabine e il bar. L’intervento è terminato alle 4 circa, quindi dopo tre ore di intenso lavoro.
La massiccia operazione dei vigili del fuoco ha evitato non solo ulteriori danni allo stabilimento balneare, ma anche che le fiamme potessero propagarsi agli altri bagni vicini. Come il Fortunato, a sua volta gestito dallo stesso titolare del Bruri, Giorgio Paolini, insieme ad Alessandro Benedetti, che gestisce la pizzeria “La Rotonda” in fondo al viale Kennedy sulla Marina. Locale che dista pochi metri dai due bagni. Benedetti, fra l’altro ex calciatore professionista che ha giocato anche nel Pontedera e attualmente è dirigente della Torrelaghese calcio, è molto conosciuto nella frazione. Come del resto la famiglia Paolini, che dal 2008 manda avanti il Bruri con una conduzione familiare tipica del turismo balneare viareggino e versiliese.
«Ieri mattina – racconta Benedetti – mi trovavo a Verona e ho appreso dell’incendio al bagno Bruri: mi sono messo in contatto con Dario Paolini, che mi ha messo al corrente di quanto accaduto. Non so molto di più, solo che quando abbiamo parlato si stava recando dalla polizia per sbrigare le pratiche di rito. Gli sono vicino, come a tutta la famiglia: del resto con il suo papà Giorgio abbiamo deciso insieme di contribuire a mantenere in vita uno degli stabilimenti storici di Torre del Lago, il Fortunato, che è stato il primo con la piscina e si trova di fianco lato Vecchiano». Anche da altri balneari – conferma Dario Paolini – «è arrivata molta solidarietà e disponibilità».
Nella notte dell’incendio, nel parcheggio antistante gli stabilimenti balneari, sulla Marina torrelaghese c’erano alcuni camper di turisti stranieri, che erano lì anche ieri mattina. Una volta interpellati, gli occupanti hanno detto di non sapere più di tanto riguardo l’incendio. Una famiglia norvegese dormiva e non si è accorta di nulla; alcuni componenti di un’altra tedesca invece si sono svegliata per l’arrivo dei vigili del fuoco, quando però ormai l’incendio era divampato.