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Viareggio, il Carnevale piange il carrista storico Giovanni Maggini

di Simone Pierotti
Giovanni Maggini fotografato da Roberto Paglianti; a sinistra il carro “Amore mio” (terzo nel 1987) dall’Archivio storico del Carnevale
Giovanni Maggini fotografato da Roberto Paglianti; a sinistra il carro “Amore mio” (terzo nel 1987) dall’Archivio storico del Carnevale

Simbolo dello spirito passionale e anarchico fu protagonista dei fantastici anni Ottanta

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VIAREGGIO. Non ha mai provato l’ebbrezza di trionfare tra i carri del Carnevale di prima categoria, Giovanni Maggini.

Ma davvero sono soltanto certi piazzamenti in classifica a rendere un costruttore immortale? Da ieri anche Maggini dorme sulla collina: si è spento a 81 anni, a seguito di una malattia. Il mondo della cartapesta saluta così un carrista che più di altri ha saputo interpretare lo spirito passionale e anarchico del Carnevale. E non è forse un caso che proprio un gruppo di suoi figuranti abbia dato vita, più di vent’anni fa, ai Burlamatti.

Nato a Viareggio il 28 agosto del 1942, scultore e ceramista, Maggini si è avvicinato al Carnevale fin da giovanissimo: dopo una lunga gavetta al fianco di Carlo “Bocco” Vannucci, Nilo Lenci e Silvano Avanzini e gli inizi fra le mascherate di gruppo, sale tra i carri grandi nel 1986. Non andrà mai oltre il terzo posto, eppure regalerà costruzioni spettacolari come il teatro delle marionette di “Baracca e burattini” e poetiche come “Amore mio” che richiamava il celebre quadro “Il bacio” di Gustav Klimt. E poi c’è un simpatico aneddoto su “Io sono il pallone Dio tuo”, carro che prendeva di mira il mondo del calcio: per realizzare la parte posteriore, Maggini si ispirò ai graffiti presenti allora sui muri esterni dello stadio dei Pini. Lui riprodusse tutte le scritte, compreso un “Viva la t. .a” che alcuni addetti della Fondazione Carnevale provarono (inutilmente) a nascondere con della vernice bianca.

Negli anni Novanta, con l’introduzione del meccanismo delle promozioni e retrocessioni, Maggini scenderà di categoria nel 1998, venendo poi affiancato dai figli Luce e Libero. La prima firma (ufficialmente) solo una maschera isolata assieme al fratello nel 2003, il secondo invece entra in società con papà Giovanni, rilevandone poi il posto quando questi si ritira definitivamente nel 2011 con la bella mascherata “Dopo Carosello tutti a letto”. E sono proprio loro due a firmare una delle più belle sculture di Viareggio, i bambini sugli scogli del Muraglione.

I Maggini avrebbero potuto continuare a realizzare i carri se non fosse stato per un vecchio bando di concorso che, con il blocco delle promozioni, aveva dato alla Fondazione Carnevale la possibilità di assegnare le categorie di appartenenza sulla base del curriculum dei costruttori e dei bozzetti presentati. Per l’edizione 2008 i Maggini si videro bocciare ben due progetti, ma andò meglio l’anno successivo con “L’olandese volante”. I due, però, preferirono rinunciare: per fare rientrare loro la Fondazione aveva infatti escluso il giovane Jacopo Allegrucci e i Maggini non volevano che un altro carrista dovesse subire la stessa ingiustizia toccata a loro dodici mesi prima. Da ieri è stata allestita la camera ardente alla Croce Verde: domani la benedizione e la cremazione.

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