Addio Napolitano, un Presidente in maschera: tante e memorabili le citazioni sui carri
Dal 2006, subito dopo l’elezione al Quirinale, al 2015 quando concluse il mandato-bis
VIAREGGIO. Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, morto lo scorso venerdì all’età di 98 anni, è stato anche uno dei bersagli della satira politica del Carnevale di Viareggio. Salito al Quirinale al posto di Carlo Azeglio Ciampi nel maggio 2006, è subito protagonista nella sua versione di cartapesta ai corsi mascherati dell’anno successivo: i primi a rappresentarlo sono Alessandro Servetto e Paolo Lazzari in veste di giocoliere tra le mascherate di gruppo con “Italian circus” e Antonio Mastromarino tra le maschere isolate con “Il presidente in carica”, in cui Napolitano è raffigurato come la ballerina di un vecchio carillon. Curiosità: entrambe le costruzioni si piazzano al secondo posto nelle rispettive categorie.
Nel 2010 lo vediamo salire su un carro di seconda categoria, quello di Emilio Cinquini ispirato ad “Alice nel paese delle meraviglie”: qui il capo dello Stato veste i panni del bianconiglio. Due anni dopo, eccolo aggrappato al vessillo tricolore davanti allo sfacelo delle istituzioni in “Garibaldi fu ferito”, con cui i fratelli Stefano e Umberto Cinquini vincono in seconda categoria festeggiando la promozione fra i carri grandi, e sulla locomotiva della mascherata di gruppo “Trenitalia” di Marzia Etna. Arriviamo poi al 2013 con il debutto da protagonista in prima categoria: in “Le nozze con i fichi secchi” di Massimo Breschi, che sale sul gradino più basso del podio, è la sposa che si unisce in matrimonio all’allora presidente del Consiglio Mario Monti. In realtà, ci sarebbe stato anche “Bell’Italia”, carro di prima categoria a firma Simone Politi e Priscilla Borri che viene però bocciato.
Seguono altre citazioni fra le costruzioni minori, su tutte "Il residente della Repubblica" che segna l'esordio di Silvano Bianchi tra le maschere isolate e "Tu vuo' fa' Napolitano" con cui Devis Serra ironizza sulla proposta di elezione diretta del capo dello Stato portata avanti da Silvio Berlusconi: entrambe risalgono al 2015, anno in cui Giorgio Napolitano si dimette aprendo così la strada alla nomina di Sergio Mattarella.