Il Tirreno

Versilia

Nato in fonderia a Pietrasanta il monumento ai morti di Covid

di Luca Basile
Nato in fonderia a Pietrasanta il monumento ai morti di Covid

Bergomi: «Non poteva che essere così, qui ci sono i migliori professionisti», la scultura, commissionata dal Comune di Brescia, sarà scoperta domani

3 MINUTI DI LETTURA





PIETRASANTA. Un’opera d’arte che nella giornata, il 18 marzo, dedicata alle vittime del Covid, cela in se’ dolore, disperazione, ma anche speranza quella che porta la firma dello scultore Giuseppe Bergomi e che sarà inaugurata domani alle 16.30, nel cimitero monumentale di Vantiniano, Brescia. Opera d’arte che Bergomi, artista di riconosciuta fama, bresciano, ma pietrasantino di adozione visto che vive dalle parti della Piccola Atene da trent’anni, ha realizzato alla Fonderia Mariani. «Brescia, Cremona e Bergamo sono state le città, con il loro entroterra, fra le più colpite dal Covid. Da qui l’invito che mi è arrivato dal Comune di Brescia di realizzare un’opera dedicata a chi non c’è più e che descrivesse, attraverso l’arte, quello che questa tragedia ha rappresentato per la Lombardia e per tutta Italia. L’idea di realizzare questo monumento a Pietrasanta si spiega con poche parole: ritengo le fonderie e gli artigiani locali assolutamente come quelli più professionalmente preparati per portare a compimento determinati progetti. In un contesto – spiega Bergomi – che deve a mio avviso vedere lavorare a stretto contatto e in condivisione artista e artigiano».

Bergomi preferisce però non entrare nei dettagli dell’opera. «Sarà scoperta domani e ritengo sia giusto e doveroso aspettare per un segno di rispetto. Posso dire che evoca la cacciata dal paradiso e rappresenta una collettività di umani che abbassano la testa davanti alla tragedia. Perché quella del Covid – prosegue Bergomi – è una tragedia che ci ha colpito negli affetti, nel contatto con gli altri, nella vita sociale, nella fiducia nei confronti del prossimo. E le conseguenze di tutte queste privazioni le paghiamo ancora oggi. Attraverso questa opera – prosegue lo scultore – ho dato la mia interpretazione alla tragedia del Covid e là dove verrà posizionata, nel cimitero di Vantiniano, sarà crocevia di riflessioni nel ricordo di chi oggi non è più con noi». Bergomi che poi volge lo sguardo alla Pietrasanta di trent’anni fa. «Arrivai qui grazie a un amico, Philippe Daverio: non me ne sono più andato, di fatto. Cominciai subito a collaborare con la fonderia Tesconi e poi a seguire con la Mariani di Adolfo Agolini con i quali, oramai da sempre, condivido tutti i miei lavori. Cosa e’ cambiato in questi trent’anni a Pietrasanta? Basta guardarsi intorno: una volta in piazza Duomo trovavi tanti artisti e artigiani, oggi invece è un susseguirsi di gallerie d’arte. Una volta c’erano due, forse tre ristoranti. Oggi nel centro trovi soprattutto bar e ristoranti. La fotografia attuale non va però ad incidere sul livello qualitativo della proposta artigianale che resta di assoluto livello. Pietrasanta, sotto questo punto di vista, è qualcosa di unico. Detto questo, parlando della città, temo che una certa identità del passato sia andata smarrita».

Alla cerimonia di inaugurazione, preceduta da una presentazione da parte del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, saranno presenti oltre all’artista e al sindaco Emilio Del Bono, il rettore dell’Università degli studi di Brescia e medico in prima linea durante la pandemia, Francesco Castelli, il vescovo Pierantonio Tremolada e tutta una comunità che, silente, non dimentica, guardando oltre.
 

Primo piano
Mare e ambiente

Bandiere Blu 2025 in Toscana, assegnato il riconoscimento: new entry, numeri e conferme – I Comuni

Sani e Belli