«La sfida è stata vinta», Regina dice stop a Miss Trans Italia
Dopo trent’anni il concorso va in pensione. L’imprenditrice e attivista si è detta soddisfatta dell’obiettivo raggiunto
VIAREGGIO. L’esperienza del concorso di Miss Trans si chiude con la consapevolezza che l’iniziativa ha contribuito nel tempo a un cambiamento sostanziale nel modo di pensare. La storia nasce nel 1992 a Torre del Lago quando era difficile sentir parlare di identità di genere o di altri termini oggi comunemente sdoganati. Una battaglia culturale iniziata quando Giovanna Fanelli vincendo diverse selezioni riuscì ad arrivare alla finale di Miss Italia a Salsomaggiore, dove però venne squalificata perché transessuale. Fu questa esclusione a creare i presupposti per un concorso diventato poi nazionale e legato al mondo delle persone transessuali. La decisione di concludere con il compimento dei 30 anni da parte dell’organizzatrice Regina Satriano nasce dalla valutazione che «i costumi si sono positivamente evoluti e non necessitano più di un palcoscenico per raggiungere determinati obiettivi».
Agli inizi contro il concorso che ha legato la sua storia a quella di Torre del Lago ci furono molte prese di posizione ostili da parte delle istituzioni civili e religiose, ma grazie alla caparbia volontà di Regina la manifestazione si affermò come un fatto di costume inalienabile per il suo contesto spettacolare e portò sulla Marina torrelaghese nel corso degli anni tante persone, che venivano da tutta Italia. Un appuntamento che polarizzava anche l’attenzione dei media, soprattutto nelle prime edizioni.Regina si è detta soddisfatta dell’obiettivo raggiunto.
«Quello che dovevo fare l’ho fatto - dice - e credo di avere donato in 30 anni un bel regalo alla comunità transessuale e alla comunità tutta. Va detto inoltre che nessuno voleva sponsorizzare l’ evento se non di nascosto. Ricordo la Sash che sponsorizzava Miss Italia che ci dava i costumi senza il logo, sino a quando nel 2002 un’azienda neonata capitanata da due grandi persone rivelatesi con gli anni grandi amici, Margherita e Antonio di Piccole Trasgressioni, mi affiancò in questa avventura sostenendoci economicamente».
Regina ricorda il cambiamento nei confronti dell’evento. «Grazie al concorso cominciarono ad aprirsi menti, cuori e le porte gestite dalle istituzioni, anche in ragione della legge 164/82 che contiene le norme di rettificazione di genere. Il concorso lascia in eredità un patrimonio enorme in termini di affermazione culturale. Tornando a questi 30 anni di esperienza,i gioielli che compongono il "tesoro" sono almeno quattro: l’associazione consultorio transgenere; il cambio di genere anagrafico; l’assegnazione della struttura denominata "Casa Marcella", tolto dalla Regione alla criminalità organizzata in cui trovano rifugio otto persone rifiutate dalle loro famiglie perché intenzionate a un percorso di transizione; infine la battaglia che è ancora da concludersi in molte regioni che riguarda la cosiddetta carriera Alias: diverse università italiane e scuole superiori hanno riconosciuto il diritto ai soggetti in fase di transizione di genere di vedere riportato sul libretto degli esami il nome da loro scelto».