Versilia, la tragedia degli animali uccisi dal fuoco o in fuga per le strade: «Ma c’è chi si è salvato»
Portati via e difesi dai padroni, ritrovati in mezzo alla cenere. Un capriolo soccorso nel bosco è il simbolo della speranza
Massarosa Lo hanno visto nascosto tra i rami e le frasche incenerite, ancora impaurito e tremante. Il capriolo aveva trovato riparo dalle fiamme, in una zona dove c’è acqua: siamo nei pressi del canale della Polla del Morto, uno dei punti più colpiti dall’incendio che ha devastato le colline massarosesi.
«È stato mio marito a scoprirlo, credo fosse un piccolo capriolo. Abbiamo chiamato subito i volontari che seguono e curano gli animali – racconta Elisabetta Puccinelli, ex assessore alla protezione civile di Massarosa e residente da queste parti – Ho intravisto anche cinghiali con i loro cuccioli. È evidente che hanno trovato la salvezza da queste parti, è un po’ una zona franca. Qui gli animali sono nostri vicini abituali. Prima dell’incendio gli lasciavo sempre qualcosa da mangiare e mio marito si arrabbiava: lascia stare, ci pensa la natura».
Ci ha pensato l’uomo, invece, a distruggere tutto. Le fiamme, sicuramente causate da mano umana e forse anche volontariamente, hanno raggiunto i boschi e la fauna che li popolava: cinghiali, daini, caprioli, volpi, lepri, istrici, ricci. Forse anche lupi, per quanto non ci sia certezza della loro presenza (ma sul versante camaiorese e lucchese sono stati intravisti). Molti di loro potrebbero non aver avuto scampo.
«Non è possibile avere un’idea di quanti animali siano rimasti uccisi tra le fiamme – spiegano dall’associazione Lav, che è sul posto per soccorrere i cuccioli in pericolo – La sensazione è che siamo di fronte a una tragedia nella tragedia. L’istinto li fa scappare dal fuoco, ma non sempre trovano una via di fuga». Come Lav, dice Beatrice Rezzaghi che è responsabile dell’Unità di emergenza dell’associazione, «abbiamo portato soccorso a più di 30 animali, tra cui cavalli, galline, conigli, oltre che cani e gatti. Insieme al rifugio Alma libre, li stiamo evacuando e portando al sicuro dalle fiamme». Ci sono storie incredibili, soprattutto di chi ha animali domestici o da allevamento e non ha avuto esitazioni nel portarli via con sé. C’è un uomo, proprietario di un cavallo, a cui è stato detto: allontanati. Lui ha replicato: «Senza di lui non me ne vado». Ha sparato acqua tutto intorno alla stalla e ha fatto in modo che il cavallo si salvasse.
Proprio un cavallo che scappa assieme a una capra è una delle immagini simbolo del disastro. «Non abbiamo avuto segnalazioni di particolari disastri relativi a grandi allevamenti – dice Massimo Boschi, veterinario dell’Asl – Certo che chi aveva qualche animale in stalla, come cavalli, capre o altro, ha avuto un danno enorme. Hanno bisogno di cibo e di essere curati, ma sono spaventati». Confermano dalla Lav: «Stiamo cercando di fare il possibile, perché non si può arrivare ovunque: ci sono zone ancora interdette dai vigili del fuoco, in quanto pericolose. Gli animali sono terrorizzati e non si lasciano prendere facilmente. Noi cerchiamo di assistere i padroni e i loro cuccioli, con cibo e medicine: chi avesse bisogno contatti il numero 3204792598 o scriva alla mail emergenza@lav.it». Anche l’Asl, per chi avesse bisogno di assistenza a un animale domestico, invita a scrivere all’indirizzo saspv.versilia@uslnordovest.toscana.it.
Su Facebook, intanto, non si contano gli appelli per recuperare trasportini, cucce, guinzagli. Una mobilitazione che racconta di un legame affettivo, secolare, che nemmeno l’incendio potrà spezzare.l