Palio dei Micci: il Ranocchio trionfa davanti al Pozzo nella sfida più attesa
Dopo due anni di stop imposto dalle restrizioni per l’emergenza coronavirus Querceta è tornata a rivivere l’emozione della sua manifestazione più importante
QUERCETA. Trionfa il Ranocchio al Palio dei Micci di Querceta. Dopo dodici anni – e in un’edizione destinata a passare alla storia come la prima dell’era post Covid – il gonfalone torna nel quartiere di Ranocchiaio. Pronto per essere etichettato per un anno intero con i colori dell’omonima contrada che ha vinto la corsa dei micci (gli asini, in vernacolo) grazie al fantino Fabio Trentani e all’asino El Diablo. Insieme ai contradaioli gialloverdi possono gioire la Quercia (vincitrice del premio per il miglior corteo storico) e il Leon d’Oro (vincitore del trofeo Fratelli Meccheri per il miglior gruppo musici). Ma alla fine ai festeggiamenti hanno partecipato tutti, celebrando una tradizione che – alla 65ª edizione – si è dimostrata più forte della pandemia. E anche del maltempo.
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LA VEGLIA E LE LACRIME
La lunga giornata del Palio è in realtà partita la notte tra sabato e domenica. Alla vigilia della corsa sono infatti tornate a impazzare le veglie delle contrade, un rito ormai cristallizzatosi negli anni che vede riuniti tutti gli appassionati – indipendentemente dal gruppo di appartenenza – per una notte di baldoria. Un’onda lunga di entusiasmo che si è protratta fino al mattino, quando alle 7,30 ognuno è tornato alla sede della propria contrada per indossare gli abiti storici, lucidare le chiarine e preparare i tamburi prima di presentarsi alle 9 in punto in piazza Matteotti. Dal centro di Querceta è infatti partita la sfilata delle otto contrade, a cui ha fatto seguito la messa con la benedizione degli asini e la rituale lettura dei bandi di sfida, tra l’emozione dei rappresentanti delle contrade e la folla oceanica che ha popolato la piazza e le strade della frazione. «Siamo tornati! Siamo tornati! » grida qualcuno dal pulpito del palazzo civico di Querceta. Scattano gli applausi, ma anche le lacrime nel ricordare i due – difficili – anni appena trascorsi.
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L’INCUBO PIOGGIA
Alle 15 il telefono del presidente della Pro Loco Gianluca Ceragioli inizia a sobbollire per le telefonate che si susseguono. Le contrade, non ricevendo lo stop nonostante il meteo sia decisamente peggiorato rispetto al sole del mattino, hanno iniziato a muoversi in corteo verso lo stadio Buon Riposo di Pozzi. Ma la pioggia arriva. Sono minuti di panico: lungo via Federigi i contradaioli del Ponte – una delle più distanti dall’impianto – si rifugiano in un autolavaggio e sotto le tettoie dei negozi vicini. Altrove si cercano ripari di fortuna. Allo stadio in diversi chiedono e ottengono il rimborso del biglietto alla cassa. Ceragioli si consulta coi presidenti delle contrade, i toni si fanno frenetici: le contrade sono infatti già in cammino, il rischio di provocare danni alle vesti storiche può portare il Palio a saltare proprio nell’anno della rinascita. Alla fine la decisione è presa. «Il Palio si fa» annuncia il presidente della Pro Loco. Discorso chiuso, e anche Giove Pluvio si adegua.
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LA GARA
La pioggia cessa – salvo qualche schizzetto durante la prima delle otto sfilate intorno al campo e un forte rovescio proprio prima della partenza della corsa – e per quanto fosco il meteo grazia il Palio dei Micci e le contrade. Si prosegue, tra i colori e le musiche degli otto gruppi storici che si alternano tra gli applausi di un pubblico che, a colpo d’occhio, non ha registrato il tutto esaurito solo per la paura della pioggia che ha spinto alcuni a rinunciare. E la corsa è quanto di più esaltante si potesse sperare. Dopo sette false partenze, l’ottava è la volta buona ma il classico duello tra Thomas Bresciani (campione in carica dal 2019 per il Pozzo) e Francesco Ferrari (Lucertola) stavolta non tiene banco. Al terzo giro tra i due si infilano proprio Fabio Trentani e El Diablo. A reggere testa alla coppia gialloverde resta solo il Pozzo: Bresciani al quinto (e ultimo) giro arriva anche al sorpasso, ma a due curve dal traguardo il Ranocchio replica e sigilla la vittoria. Ai biancorossi il secondo posto, seguiti dal fantino Maurizio Ruggiu della contrada del Leon d’Oro.
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