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"Fanno sesso sulla panchina nel parco": i residenti chiamano i carabinieri

Tiziano Baldi Galleni
"Fanno sesso sulla panchina nel parco": i residenti chiamano i carabinieri

Querceta, la coppia non è stata identificata in quanto si era già allontanata ma qualcuno ha scattato le foto infastidito dagli atteggiamenti dei due giovani

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QUERCETA. Il piccolo parco di Querceta, fra via Don Minzoni e via Fratelli Rosselli, dovrebbe essere un luogo di svago e gioco per piccoli bambini. Ma c’è qualcuno che invece ha pensato potesse essere congeniale per fare un po’ di sesso all'aperto. Giusto una scappatella con qualche effusione prolungata.

Di giorno, dalle 16 in poi, sulla panchina davanti allo scivolo mentre nel parco - almeno questo - non c’era nessun altro. È successo qualche giorno fa e due residenti hanno così chiamato i carabinieri della stazione di Querceta. Ma quando sono arrivati sul posto i due giovani si erano già allontanati. I carabinieri hanno però raccolto le dichiarazione dei due testimoni (che hanno anche scattato una foto dei due trasgressori), perché si profila il reato di atti osceni in luogo pubblico. Intanto siamo davanti all’ennesimo episodio di cattivo gusto e contro le regole che avviene in quel luogo pubblico. Che ormai sembra essere diventato terra di nessuno, secondo i residenti. Continuano gli schiamazzi e bivacchi notturni, nonostante i cancelli chiusi, perché le barriere vengono scavalcate con facilità. C’è stato un bisticcio, fra alcuni giovani che facevano fracasso e i cittadini, che ha rischiato di finire a cazzotti: fra i protagonisti suo malgrado c’era anche Francesco Paolini , che abita proprio di fianco al parchetto ed è stato il promotore della raccolta firme (un’ottantina) consegnata in Comune qualche settimana fa.

Poi va ricordato il gatto morto con uno stecco piantato nell’occhio e abbandonato sempre lì, con lo sdegno di qualche genitore che si è trovato - la mattina dopo - davanti a quella sgradevole immagine. E qualche giorno fa pure gli atti osceni in luogo pubblico, in barba a tutti i residenti lì intorno, alcuni dei quali hanno le finestre che si affacciano sull'area gioco. «Se ci fossero state le telecamere – dice Paolini - avremmo evitato tutto il sudiciume che la notte abbandonano, il gatto morto, e probabilmente anche quelli che erano a fare sesso. I carabinieri hanno steso un verbale raccogliendo le dichiarazioni mie e di chi li ha visti meglio di me». Una signora che aveva anche provato a redarguire la coppia che agiva indisturbata. Ma che si è presa un «guardona fatti i cazzi tuoi». Come già chiesto nella petizione, Francesco Paolini è così tornato a ribadire che «i mezzi per evitare queste cose ci sarebbero. Questo è un parco pubblico e certi episodi non sono tollerabili». Le richieste più insistenti sono i cancelli a chiusura automatica (che invece al momento vengono chiusi al crepuscolo da una volontaria) e delle recinzioni più alte ai lati lungo le due strade di confine. I residenti hanno già incontrato l'amministrazione e il comandante dei vigili urbani. Ma al momento le problematiche non sono state risolte.

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