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A fuoco le auto del presidente del Parco delle Apuane

Libero Red Dolce
A fuoco le auto del presidente del Parco delle Apuane

Le macchine di Alberto Putamorsi e del figlio distrutte nella notte dalle fiamme «Ho visto una striscia di fuoco sotto la vettura, ma non ho mai avuto minacce»

19 febbraio 2021
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Libero Red Dolce

fivizzano. Nella notte di mercoledì Alberto Putamorsi, presidente del Parco delle Apuane, in venti minuti è rimasto senza automobili. Divorate dalle fiamme, la sua e quella del figlio. Lui è sicuro della pista dolosa – «ho visto una striscia di fuoco sotto l’auto infiammarsi per prima» – ma dice di non avere ricevuto minacce né di avere sospetti. Per i carabinieri che indagano, supportati dalla perizia dei vigili del fuoco, l’incendio invece non ha natura dolosa: non ci sono tracce di combustibile.

Putamorsi è lì davanti, in piedi. Chi lo ha visto lo descrive smarrito per lo choc. Poi arrabbiato. Lui racconta così quei momenti: «La macchina mia è stata la prima a prendere fuoco. Quella a cui hanno dato fuoco, per essere chiari: perché io ho visto una striscia di benzina sotto, prima che prendesse fuoco. Poi ha preso fuoco quella di mio figlio, che era accanto alla mia, e infine una terza. Chi è più competente di me darà risposte in merito».

Dice che non ha denunciato in senso stretto: «Io ho detto cosa è successo, non ho certezza del dolo. Ho dichiarato che è andata a fuoco. Poi è possibile, se non probabile, che sia stata bruciata». Ma c’è paura? «Sì, se fosse stato qualcuno sarei preoccupato».

Putamorsi di nemici dice di non averne. «Non ho avuto sentore di nulla, né tantomeno minacce». Il suo ruolo nell’Ente parco però è molto criticato, come la sua vicinanza all’ex sindaco di Vagli, Mario Puglia, agli arresti domiciliari per un’inchiesta legata, anche, al mondo del marmo. All’epoca fu perquisita anche la casa di Putamorsi. «L’Ente Parco è un’istituzione di mediazione, non di scontro. Escludo categoricamente che gli ambientalisti possano avere fatto qualcosa del genere». La domanda però è se qualcuno possa portare rancore in altri ambienti, magari legati alla concessioni dei Piani attuativi dei bacini estrattivi. «Vagli è una situazione complessa. Registro che, da quando è iniziata l’inchiesta, gli uffici del Parco, su Vagli, agiscono con molta circospezione. Autorizzazioni da un po’ di tempo a questa parte non se ne danno più, c’è giusta attenzione. Sui Pabe è sorta una guerra col Comune di Vagli dopo dei pareri negativi. Ma da lì a darmi fuoco all’auto...».

Per carabinieri e vigili del fuoco però il dolo è da escludere. Non ci sono tracce di combustibile o altre tracce incendiarie. Riguardo alla striscia di fuoco sotto l’auto, la spiegazione è che fosse del liquido perso dall’auto, la traccia infatti termina dentro a un tombino. L’auto ha bruciato e di conseguenza anche il liquido. Insomma, un incendio accidentale. –

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