Il Tirreno

Versilia

Il prof che sogna di tornare a fare il pendolare a Mosca

michele morabito
Il prof che sogna di tornare a fare il pendolare a Mosca

Andrea Giannotti insegna relazioni internazionali a Pisa, Livorno e in Russia «Spero che si esca da questa crisi mondiale imparando a destinare le risorse»

21 maggio 2020
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PIETRASANTA

Un versiliese con il cuore in Russia, ovvero nel paese che sta registrando una vera e propria escalation nella diffusione del contagio. Lì lavora Andrea Giannotti, 32 anni, uno dei tanti giovani capaci di cercare occasioni nel mondo per allargare le proprie esperienze professionali e rimpicciolire un mondo che mai come oggi è interconnesso.

Giannotti, versiliese doc, prima che scoppiasse la pandemia faceva il pendolare tra l’Italia e Mosca dove tiene seminari di relazioni internazionali. Poco prima che scattasse il lockdown, era stato chiamato a svolgere un intervento come oratore alla Fao. Insomma una vita dedicata allo studio e all’insegnamento tra Pisa e Mosca, interrotta improvvisamente.

«Attualmente -, racconta - insegno Europe-Russia relations e Storia delle relazioni internazionali alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Pisa, all’Accademia Navale di Livorno e alla facoltà di Processi politici globali dell’Istituto statale di Mosca di Relazioni internazionali (Mgimo), l’università del Ministero degli Esteri. L’interesse per la Russia è nato quasi per caso, poi la passione è cresciuta, ho iniziato a studiare il russo e quando, dopo la seconda laurea, in scienze politiche, iniziai il dottorato di ricerca in geopolitica chiesi e ottenni di avere una co-tutela con l’Accademia Russa delle scienze e ho avuto come co-tutor Aleksej Gromyko, direttore dell’Istituto dell’Europa e nipote dell’eterno ministro degli esteri dell’Urss per trent’anni. A Mosca tengo seminari presso l’Accademia Presidenziale e all’università del ministero degli esteri. Nel 2014, per sviluppare il sistema delle relazioni tra Russia e Italia, insieme a Franco Frattini abbiamo fondato l’Istituto di Studi Eurasiatici».

Qualche settimana fa l’intervento alla Fao. «Per quanto possa sembrare strano, alla Fao ho avuto l’onore di intervenire per parlare di geopolitica dell’agricoltura. Il fatto è che accanto all’impegno accademico, ho accettato di coadiuvare dal punto di vista delle relazioni internazionali, il ceo di Bonifiche Ferraresi spa, il più grande gruppo agro-industriale d’Italia, che punta su alta tecnologia, uso razionale delle risorse e sostenibilità ambientale».

Giannotti doveva essere in Russia in queste settimane, poi alla fine di febbraio hanno iniziato a chiudere i voli e lui è rimasto in Italia.

«Come sta affrontando la Russia questa emergenza? In una prima fase il fenomeno era più contenuto, poi il contagio si è diffuso anche lì e sono state prese misure analoghe alle nostre, isolamento, interruzione dei collegamenti interregionali e internazionali come è stato disposto sin dalla prima fase. Calcolano un ritardo rispetto alla situazione italiana di qualche settimana, quindi stanno conoscendo in questa fase il picco. Con orgoglio visto, che sono legato ormai a questo grande paese, ho apprezzato l’invio di tante risorse all’Italia. Spero e auspico che si esca da questa crisi mondiale con la comprensione che è necessario destinare risorse a settori che si sono rivelati primari come quello sanitario e tecnologico: si aprono prospettive per un maggior utilizzo del lavoro a distanza che credo possa lasciare più tempo al lavoratore per il conseguimento del risultato secondo le sue potenzialità, responsabilizzandolo. Però non deve succedere che diventiamo tutti delle piccole monadi, perché il lavoro è anche occasione di socialità e crescita comune. Non vedo l’ora di tornare alla mia professione di pendolare a lunga percorrenza». —

michele morabito

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