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L’avvocato Bartolini: ecco perché mi faccio pagare con i bitcoin

di Melania Carnevali
L’avvocato Bartolini: ecco perché mi faccio pagare con i bitcoin

Il legale viareggino tra i primi ad accettare la moneta virtuale: «Un investimento: oggi vale diecimila, domani magari di più»

20 dicembre 2017
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VIAREGGIO. L’idea gli è venuta parlando con i clienti. Imprenditori, soprattutto, che avevano difficoltà ad aprire un conto corrente perché magari segnalati da una banca o con Equitalia sulle spalle. «Mi chiedevano consiglio e l’unica risposta che si poteva dare loro era quella di provare con una banca all’estero». Poi, spiega Fabrizio Bartolini, avvocato viareggino di 49 anni che ha seguito e sta seguendo i familiari delle vittime della strage di Viareggio, è arrivato il bitcoin, la moneta che non esiste, una banconota virtuale che si scambia via web direttamente tra due persone e ciao banche. Il legale ha incominciato a informarsi, a studiare, ha seguito pure due master in diritto bancario a Milano e adesso, non è solo diventato un consulente in materia, ma è andato oltre: ha deciso di permettere ai suoi clienti di scegliere se pagare in euro o in bitcoin.

Come funziona? La moneta si compra online. «Serve anche in questo caso almeno una carta ricaricabile, te la possono prestare», spiega Bartolini. Ed esistono diverse piattaforme online dove l’acquirente può aprire un wallet, ossia un portafoglio elettronico in cui mettere tutti i bitcoin acquistati. Quando si deve pagare qualcuno (che deve quindi avere anche lui un wallet) basta inserire l’importo e cliccare transfer e in pochi secondi il conto è pagato. Senza banche, senza intermediari. «Le banche siamo noi», spiega il legale.

Quali sono i vantaggi? Oltre alla possibilità di aprire conti correnti che la banca potrebbe non voler aprire (ma questo problema riguarda solo una cerchia ristretta di persone), il cliente non paga l’Iva. «Per me invece – spiega l’avvocato – è come una forma di investimento: oggi magari vale diecimila euro, ma domani può valere dodicimila. È un rischio, come tutte le azioni in borsa. Ma è anche una possibilità».

Ad oggi i bitcoin, come tutte le altre circa mille criptomonete esistenti, sono solo una speculazione. Vengono, in altre parole, acquistati come azioni e seguiti insieme alle onde dalla borsa. Ma il loro utilizzo come moneta reale per fare la spesa, pagare il parrucchiere, il meccanico o la cena, non è così lontano. Alcuni portali, dove si possono creare wallet, rilasciano già carte di credito con dentro monete virtuali che però vengono utilizzate come bancomat. La carta converte infatti automaticamente in euro. «A Milano hanno già acquistato degli immobili con i bitcoin», spiega l’avvocato Bartolini.

Amazon ha annunciato che presto aprirà al pagamento con la moneta virtuale. «E quello sarà sicuramente il momento della svolta». Lo studio legale Bartolini ha anticipato i tempi e il colosso dell’e-commerce. «È due mesi che abbiamo deciso di dare l’opportunità di pagarci anche con i bitcoin. Ancora nessuno lo ha fatto, ma siamo convinti che presto i tempi cambieranno».

In attesa, il legale sta scrivendo un manuale. «Non c’è garanzia di alcun tipo sul web. Sto preparando un e-book per tutelare chi acquista monete elettroniche».

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