Il Tirreno

Versilia

Il presidente Nicola Lattanzi dà le dimissioni

di Valentina Landucci
Il presidente Nicola Lattanzi dà le dimissioni

Rimesso il mandato all’assemblea dei soci. E intanto il 22 l’azienda va in tribunale

01 dicembre 2015
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VIAREGGIO. Terremoto ai vertici di Gaia. Il presidente del consiglio di amministrazione, Nicola Lattanzi, ha deciso di rimettere il proprio mandato nelle mani dei sindaci soci dell’azienda di gestione del servizio idrico integrato. Un colpo a sorpresa, a quanto pare sul quale i soci saranno chiamati ad esprimersi in assemblea il prossimo 10 dicembre. Ma forse non così imprevedibile visto il clima che negli ultimi mesi si è creato in Gaia.

I due fronti: interno ed esterno. Di certo dentro e fuori l’azienda non splende il sole. Da un lato ci sono le strategie già avviate da una parte dei sindaci soci (Carrara, Massa ma anche Forte dei Marmi) per arrivare al controllo della società con la sostituzione dello stesso Lattanzi, lasciato di fatto a presiedere un cda “monco” composto da lui e da due dirigenti comunali (di Massa e di Carrara) dopo le improvvise dimissioni della vice presidente Claudia Laudanna (politicamente vicina al sindaco di Carrara Angelo Zubbani ed espressione dei Comuni apuani). Dall’altro i problemi interni, di cui poco è trapelato negli ultimi mesi ma che ormai non sono più un mistero e riguardano serie conflittualità tra presidenza e direzione (di cui i soci sono ampiamente al corrente) nate, almeno in parte, dalla vicenda dell’allontanamento - divenuto poi consensuale - dell’ex dirigente Gaia e presidente del consiglio comunale di Carrara Luca Ragoni, fatto pedinare (si racconta, con relazioni alla mano) dall’azienda con tanto di incarico ad hoc ad una agenzia investigativa per scoprirne le presunte inadempienze sul lavoro.

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Le partite aperte. L’aspetto più grave di tutto questo è che l’instabilità di Gaia coincide con uno dei momenti più difficili - finanziariamente parlando - per l’azienda dell’acqua alle prese con un maxi debito (oltre 70 milioni) da restituire ai Comuni e una gigantesca partita con le banche: 140 milioni di euro di finanziamenti di cui la società ha bisogno per far quadrare i conti e assicurare sia i servizi all’utenza che gli investimenti sui territori gestiti. A cominciare da quelli, concordato con Comuni e Regione, sugli impianti di depurazione e le fognature finalizzati a scongiurare nuovi futuri divieti di balneazione tra la costa apuana e quella versiliese. Senza il maxi finanziamento dalle banche addio acqua di mare pulita (e certamente non solo questa). I soci lo sanno. Come sono perfettamente consapevoli anche di un’altra questione: ad oggi la possibilità di ottenere quei milioni è “congelata”. Colpa, si fa per dire, dell’istanza di fallimento presentata dal Comune di Cutigliano (sulla montagna pistoiese) che è uno dei tanti creditori di Gaia: il 22 dicembre è fissata l’udienza che stabilirà se il colosso dell’acqua deve fallire perché non paga circa 200mila euro a Cutigliano. Pochi soldi, vero, ma gli istituti bancari non hanno preso alla leggera il procedimento in tribunale, nè - come facilmente intuibile - le condizioni di instabilità che regnano in seno all’azienda. Cosa che ha portato alla recente decisione di sospendere la valutazione su Gaia per l’ottenimento del finanziamento.

 

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