Italia-Africa: Tajani, 'dialogo con continente africano priorità nostra politica estera'
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Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Abbiamo solennizzato il dialogo fra Italia e Africa, che è una priorità della nostra politica estera. Sono decenni che mi occupo di questo tema e sono contento che il Governo lo stia facendo. Guardiamo all'Africa con 'occhiali africani', con un loro punto di vista, imprimendo in tal modo un novo passo grazie al Piano Mattei, che dovrebbe essere un nuovo Piano Marshal dell'Europa". Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo presso la sede di Confindustria all'assemblea 'Africa e Medio Oriente. Trasformazioni e traiettorie in un nuovo contesto globale'. "Dobbiamo puntare ad avere una strategia comune europea - ha spiegato il ministro - Il piano Mattei è un'un progetto aperto: la riunione di ieri è stata finalizzata a chiedere ai Paesi africani e agli altri Paesi di partecipare a questa iniziativa, che rappresenta la diplomazia della crescita del nostro Governo, che accompagna le piccole e medie aziende in questa impresa. L'incontro e le iniziative di ieri, come con il Senegal e l'Etiopia arriva in un momento complicato, con tre conflitti alle porte: in Ucraina, a Gaza e nel Mar Rosso. Ci confrontiamo con realtà che hanno sempre più effetti internazionali, pensiamo ad esempio all'Egitto e alla riduzione del traffico dal canale di Suez. Non fa bene né a noi, che siamo un Paese esportatore, né all'Egitto". "Bisogna reagire per raggiungere la pace e la stabilità - ha aggiunto Tajani - Per realizzare la politica estera della crescita abbiamo bisogno di coinvolgere tutto il mondo delle imprese, mettendo a sistema ogni strumento pubblico e privato italiano per favorire un nostro ruolo sempre più pregante. Tutte le nostre imprese hanno bisogno di essere accompagnate politicamente. C'è voglia di Italia in ogni Paese, anche nel continente africano. Non c'è Paese dove la nostra presenza, anche militare, non sia gradita. Questo ci deve far capire quanto sia importante il rapporto con il mondo esterno, nel Mediterraneo, nel Medio Oriente e in Africa, dove contiamo di fare di più". "Ai nostri amici africani dobbiamo offrire il nostro saper fare - ha detto ancora il vice premier - guardando alle potenzialità che il continente ha, come il capitale umano e le materie prime, la cui assenza ha fatto aumentare l'inflazione. Il continente africano ne è ricco e possiamo fare società italo-africane a capitale misto, per trasformare le materie prime nel continente africano stesso, altrimenti si tratta di furto legale, mentre dev'essere un lavoro win-win. Ci sono altri settori, come l'agro-industriale, abbiamo un capitale umano importante nella ricerca anche nel settore agricolo. Dobbiamo sposare l'agricoltura con l'industria per presentare il sistema Italia in Paesi che devono combattere contro il cambiamento climatico, rendendoli in grado ci realizzare prodotti anche in presenza della siccità. Penso alle energie rinnovabili e all'industria spaziale, possiamo collaborare in tutti questi campi. Dopo Egitto e Tunisia, andremo in Kenya. Stiamo aprendo l'ambasciata in Mauritania e con l'Ice stiamo aprendo sedi a Dakar, Nairobi e Lagos: sono nuove opportunità per accompagnare le nostre imprese. Così come aprirà nuove sedi la Cassa Depositi e Prestiti". "Quanto all'export - ha concluso il ministro degli Esteri - cerchiamo di mettere in campo un sistema per le imprese italiane che esportano, con un indirizzo email per fornire risposte immediate. Tutto questo fa parte del Piano Mattei. L'Africa rappresenta una opportunità per renderla più competitiva e anche per connettere le reti africane e europee via mare per il trasporto ma anche per le esportazioni. L'Africa dal punto di vista demografico cresce, mentre noi no. Abbiamo un dovere dal punto di vista della formazione, non solo per i lavoratori che verranno in Italia, ma anche per formare una classe dirigente nelle nostre università. Dobbiamo utilizzare le ambasciate per la nostra crescita economica e per incentivare l'internazionalizzazione".