Tennis: Sinner, 'impossibile battere record Djokovic a Melbourne ma contento di aver vinto'
29 gennaio 2024
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Melbourne, 29 gen. -(Adnkronos) - “Non ho dormito molto, ma è bellissimo essere qui - in questa splendida giornata - per celebrare un traguardo incredibile, raggiunto assieme al mio team”. Così Jannik Sinner all'indomani del trionfo all'Australian Open, parlando con i giornalisti nel tradizionale incontro al giardino botanico di Melbourne. A beneficio di chi non crede ancora a quel che ha visto, Sinner - riporta Supertennis - scende dalla macchinetta con il trofeo ispirato ad un vaso romano ritrovato a Villa Adriana e intitolato a sir Norman Everard Brookes. Brookes, detto The Wizard, fu il primo tennista non britannico a vincere Wimbledon, conquistò gli Open d’Australia nel 1911, dopodiché morì all’età di 90 anni, nel 1968, in una magione coloniale che oggi ospita l’Istituto Italiano di cultura di Melbourne. Si trova nel quartiere chic di South Yarra, ad un paio di due isolati da dove Jannik scende dalla golf car e si incammina verso il plotone di esecuzione composto da giornalisti, fotografi e cameraman. “Sono il più giovane tennista a vincere qui dal 2008, dal primo titolo di Novak Djokovic? Non penso che il suo record di 10 trionfi sia raggiungibile. Per adesso sono contento così, di potere tenere questa coppa in mano”, aggiunge. Tennis Australia è brava a celare fino all’ultimo momento la sede dell’annuale servizio fotografico per le campionesse e per i campioni dell’Happy Slam. L’orario dipende dal/la diretta/o interessata/o, mentre il luogo può variare: si va dal giardino antistante il Royal Exhibition Building di Carlton alla Government’s House di St Kilda road fino ai giardini botanici, che all’occorenza offrono anche un laghetto per una gita in barca (chiedere ad Aryna Sabalenka per conferme). “Non so se siamo di fronte ad un cambio della guardia, è difficile prevedere cosa accadrà in futuro. Ma posso dire di essere contento di far parte della nuova generazione, perché sono quello di cui lo sport ha bisogno”, dice. Ad ogni modo, l’importante è che il giorno dopo, Melbourne presenti il suo armonico contrasto tra il verde pubblico e il vetro dei grattacieli e che il vincitore o la vincitrice appaiano rilassati, anche se hanno riposato solo poche ore. Tra i pochi presenti c’è chi versa in condizioni decisamente peggiori delle loro. Tra gli addetti ai rapporti con la stampa di Tennis Australia c’è chi ha dormito un’ora, chi mezza e chi ha fatto tutta una tirata e si nasconde dietro gli occhiali da sole. Jannik, in confronto, sembra sempre di più il rampollo di una famiglia nobile in libera uscita domenicale. “Dopo la finale siamo andati a mangiare qualcosa, ma non abbiamo fatto niente di speciale. Ci siamo coricati tardi, quello sì, ma per una volta va bene”. Che sia nobile d’animo, Sinner lo ha fatto intendere subito dopo il trionfo, quando tra le luci soffuse della Rod Laver arena ha dedicato il suo primo successo Slam a papà Hanspeter e a mamma Siglinde, augurando a tutti di poter crescere con genitori abbastanza sensibili e intelligenti da lasciare ai loro figli la libertà di scegliere un percorso che potrebbe portarli lontani. In qualche caso in senso fisico, nel suo – invece – anche metaforico. Jannik ha pronunciato quel passaggio del suo discorso con una spontaneità e un’umanità tali che a nessuno è venuto lo sghiribizzo di bollarlo come mammone. Anzi, i reporter locali gliene chiedono ancora conto. “I miei genitori mi hanno sempre sostenuto e mi hanno sempre aiutato a chiarirmi le idee quando ero combattuto tra la racchetta, il pallone e lo sci. A 13 anni ho preferito il tennis perché ti dà più tempo, a differenza dello sci ti perdona un errore. E poi – semplicemente - perché in questo sport sentivo che avrei potuto fare la differenza”. Ieri aveva aggiunto in conferenza stampa anche dettagli potenzialmente divertenti sul ritrovarsi a 14 anni a cucinare e sul rapporto tra il dover fare la lavatrice e la maturazione precoce, ma nessuno ha il coraggio di provare ad andare a fondo. Evasa la quarantesima domanda settimanale su Darren Cahill (“vedo più spesso lui che la mia famiglia, è importante avere nel team qualcuno con cui confrontarsi su tutto, non solo sul tennis”) e la quarta su Nick Kyrgios (“Se tornasse a competere farebbe bene allo sport, perché ci sono pochi giocatori come lui nel tour. Ma capisco che non sia semplice riprendersi da un’operazione al ginocchio come quella alla quale si è sottoposto”), Jannik si è accomiatato dalle TV australiane con un saluto che sa di countdown verso gli Australian Open 2025: “Mi mancherà la gente di Melbourne, ma un anno passa in fretta”. Quindi il 22enne altoatesino si è accomodato sotto un albero, per rispondere alle domande di un bambino selezionato dalla federtennis nazionale. “La mia fonte d’ispirazione – gli ha detto – è stato Roger Federer, non solo per la sua classe, ma anche per il suo modo educato e rispettoso di porsi nei confronti degli altri, dagli arbitri agli avversari passando per il pubblico. La cosa più importante è circondarsi delle persone migliori e poi affrontare tutto con il sorriso”. Terminato il botta e risposta, il bambino si è avvinghiato al numero 1 della Race to Turin come Nole al suo albero preferito. A proposito di abbracci, Jannik ha poi eluso la domanda dell’unico giornalista italiano in loco (“Hai dormito con la coppa?”), non negando categoricamente la possibilità che abbia effettivamente condiviso il letto con la replica della Norman Brookes Challenge Cup. Sulla cui versione originale verrà applicata una nuova targa con i nomi dei vincitori, visto che 2024 J. SINNER (ITA) sull’attuale non ci stava. Quanto al fatto che mamma Siglinde per una volta possa aver evitato di passeggiare all’aperto per rilassarsi durante i suoi match – considerando che ieri a Sesto Pusteria le temperature erano glaciali e che lui è rimasto in campo 3 ore e 44 minuti, Sinner sogghigna: ‘Non lo so, cos’ha fatto... Quando l’ho chiamata velocemente lei e papà erano con amici a festeggiare e io non volevo disturbare la festa”.