Economia
Influenza, già colpito un toscano su dieci: il picco previsto per fine anno – I consigli del medico
Biancalani (Fimmg): «I più esposti sono i bambini che portano il virus nelle famiglie»
La stagione dell’influenza ha già costretto a letto 384mila toscani, in pratica uno su dieci. I nuovi ammalati sono 48mila solo nella settimana di sorveglianza dal 1° al 7 dicembre, ultimo dato disponibile da parte dell’Istituto superiore di sanità, che dal 20 ottobre raccoglie da una rete di medici di medicina generale e pediatri le segnalazioni di casi di influenza e pubblica i dati a cadenza settimanale nel rapporto RespiVirNet, elaborati dal dipartimento Malattie infettive dell’Istituto stesso. L’incidenza media dell’influenza in Toscana resta comunque più bassa della media nazionale, vale a dire 9,94 casi su mille assistiti rispetto a 12,38 assistiti. Ma ci stiamo avvicinando al picco stagionale. L’accelerazione è evidente: nella settimana dal 24 al 30 novembre su scala regionale si è attestata a 9,75 per 1.000 assistiti mentre in quella dal 17 al 23 dello stesso mese a quota 7,81 per 1.000 assistiti.
«La circolazione del virus, quest’anno, è iniziata in anticipo, e stiamo assistendo a un aumento dei casi – dice il dottor Niccolò Biancalani, segretario regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) –. I più colpiti sono i bambini che portano il virus nelle famiglie. Ad oggi non ci risultano assalti a Pronto soccorso, ma i nostri ambulatori sono pieni di pazienti con i sintomi tipici dell’influenza come avviene ad ogni ondata influenzale». Che aggiunge: «L’andamento dell’incidenza è pressoché sovrapponibile a quello dello scorso anno e come nel 2024 adesso siamo nella fase in cui sta aumentando con il picco che dovrebbe arrivare alla fine dell’anno. Ci stiamo confrontando con una stagione vera e reale dell’influenza dopo gli anni del Covid. Insomma, siamo di fronte a una classica annata influenzale».
Il trend
L’incidenza media dell’influenza in Toscana, dove la circolazione del virus nelle prime settimane è stata più lenta rispetto ad altre regioni, è ancora più bassa rispetto alla media nazionale, vale a dire 9,94 casi su mille assistiti, rispetto alla media nazionale di 12,38 assistiti. Andamenti superiori alla media nazionale si registrano in Piemonte 14,66 casi per 1.000 assistiti; Sardegna 14,57; Lombardia 14,44; Emilia-Romagna 13,50; Basilicata 12,95, Valle d’Aosta 12,76 e Veneto 12,74. Invece, nel resto del Paese è inferiore, con l’incidenza minima in Molise dove si attesta a 5,69 casi per 1.000 assistiti.
Effetto vaccini
L’influenza, quest’anno, sta colpendo duramente soprattutto fra i più piccoli, mentre per la fascia di popolazione più anziana la situazione non è grave, vista anche la campagna di vaccinazione organizzata dalla Regione facendo ricorso ad un vaccino particolarmente efficace. «L’aver messo in sicurezza le fasce più deboli riduce di molto la pericolosità del virus e anche gli accessi ai Pronto soccorso – sottolinea Biancalani –. Ci dovremmo attestare a un livello di copertura nell’ordine del 62 per cento rispetto a un obiettivo del 63 per cento». Per chi non lo avesse ancora fatto è ancora il momento ideale per vaccinarsi considerato che il sistema immunitario impiega circa due settimane per sviluppare una buona protezione.
La campagna antinfluenzale 2025-2026 è partita in modo scaglionato: dal primo ottobre per gli ospiti delle Rsa e dal 6 ottobre per le altre categorie a rischio, seguendo le indicazioni del ministero della Salute. Per ottimizzare la copertura, sono state scelte diverse tipologie di vaccino in base all’età, dal trivalente spray nasale per i bambini piccoli a quello trivalente ad alto dosaggio destinato agli over 80 e agli ospiti delle Rsa.
I consigli e le raccomandazioni del medico di famiglia sono noti per chi si trova a dover fare i conti con naso chiuso, mal di gola, dolori alle articolazioni, febbre. «Se colpiti da influenza, il riposo al caldo è la cura più efficace, e in ogni caso è bene contattare il proprio medico per ricevere una cura precisa e concordare i passi da fare, evitando soluzioni fai da te – sostiene il segretario regionale Fimmg Biancalani –. Guai ad assume cortisone o antibiotici, perché oltretutto finirebbero per rendere anche più complessa la prognosi».

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