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Toscana, nuova giunta: Monni verso la Sanità, Marras all’Industria. Ma c’è un nodo importante da sciogliere

di Giancarlo Fioretti

	Dika, Manetti, Nardini
Dika, Manetti, Nardini

Stefania Saccardi presidente del consiglio, Bernard Dika nuovo sottosegretario alla presidenza della giunta: tutti i nomi in ballo e quelli già sicuri di un posto

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Monia Monni alla Sanità, Leonardo Marras confermato all'Industria, Stefania Saccardi ormai certa di presiedere l'assemblea regionale e Bernard Dika in procinto di diventare il nuovo sottosegretario alla presidenza della giunta. Quando mancano ormai solo poche ore dall'inzio ufficiale della XII legislatura, queste sembrano essere le certezze consolidate che fanno da contraltare all'immenso punto interrogativo che ancora aleggia sulla sorte di Alessandra Nardini.

Alla fine però, quasi certamente la pasionaria del Pd pisano farà parte della delegazione dei cinque assessori democratici che entreranno in giunta, 4 di area schleiniana e uno invece di area riformista. Entro stasera, domenica 9 novembre, il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi scioglierà infatti le ultime riserve, dopo essersi consultato un'ultima volta con la segretaria nazionale Elly Schlein che non ha mai fatto mistero di gradire una riconferma della Nardini.

Nessun trasferimento di ufficio poi neanche per il campione di preferenze Leonardo Marras, ormai certo della sua riconferma all'Industria e al Turismo. Il pressing delle associazioni di categoria ha convinto il confermatissimo presidente Giani a lasciare Marras al suo posto, da dove potrà decidere con calma se accettare o meno nel 2027 la candidatura per il centrosinistra a sindaco di Grosseto. Inascoltati sono invece stati i numerosissimi appelli delle associazioni del mondo agricolo e venatorio affinché Giani confermasse nel suo incarico Stefania Saccardi. Per lei sembra infatti già pronto il ruolo istituzionale di presidente del consiglio regionale, equiparato per prestigio a quello di un assessorato.

Il posto in giunta per Casa Riformista andrà invece senz'altro a Cristina Manetti, finora capo di gabinetto del presidente Giani ma adesso in predicato di approdare all'assessorato della Cultura. A sostituire la Saccardi all'assessorato all'Agricoltura dovrebbe essere l'attuale sindaco di Fauglia Alberto Lenzi che sembra avere il gradimento totale da parte di Eugenio Giani. Approdato ai Verdi dopo una lunga militanza nel Pd, Lenzi viene visto come uno degli astri nascenti della politica regionale e, senz'altro, costituirebbe una delle sorprese più grandi della giunta che verrà. Sempre sul fronte delle "new entry", è ormai certa la nomina dell'enfant prodige della politica toscana Bernard Dika a sottosegretario alla presidenza della giunta. Già portavoce del presidente Giani nella scorsa legislatura, Bernard Dika conosce alla perfezione il funzionamento della macchina amministrativa dell'ente e questa nomina calzerebbe davvero a pennello al suo profilo. forte delle 14.282 preferenze ottenute nel collegio di Pistoia, Bernard Dika sembra aver vinto lo sprint interno al Pd per ottenere questo incarico.

A piedi, dovrebbe restare Antonio Mazzeo che, dopo aver perso con uno scarto di 1254 voti nel collegio di Pisa il duello personale con Alessandra Nardini (14.528 preferenze per quest'ultima contro le 13,274 di Mazzeo) per ora dovrebbe accontentarsi di un posto di vice presidente dell'assemblea regionale, in attesa magari di una candidatura blindata alle prossime politiche.

Chi guarda con interesse a questa scadenza elettorale è anche Matteo Biffoni, ex sindaco di Prato di area riformista che, forte delle sue 22.155, può attendersi dal suo partito un sacrosanto disco verde per una candidatura alla Camera dei deputati. Intanto per lui sembra che sia pronto l'incarico di presidente della commissione regionale della sanità, che lo porterebbe a collaborare e ad agire a stretto contatto con Monia Monni, fiera rappresentante della corrente schleiniana e da sempre su posizioni più a sinistra rispetto a Biffoni.

La necessaria interlocuzione fra i due potrebbe costituire una delle novità più interessanti della legislatura che sta per cominciare e potrebbe essere stata concepita dallo stesso Giani per favorire una migliore armonizzazione fra le varie sensibilità del partito.

A rendere questo traguardo ancora più raggiungibile, dovrebbe provvedere la nomina di Gianni Lorenzetti a capogruppo del Pd. Sul suo nome pare ci sia la convergenza di tutte le sensibilità del partito, che riconoscono in lui grandissime doti di mediazione e di sintesi.

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